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Folklore, Magia e Tradizione: il tesoro per la quarta moglie che non ebbe mai paura

La leggenda di oggi racconta di una donna giovane e coraggiosa di nome Tora che ebbe la forza di seguire il proprio istinto, nonostante questo la portò a vivere una situazione assai terrificante. Si sa, le donne sarde però non solo solite spaventarsi facilmente, lo dimostrano anche le altre storie raccontate precedentemente. Ad ogni modo, il coraggio di Tora la premiò con un tesoro immenso di cui lei stessa non aveva mai minimamente sospettato.

Nei pressi di Tempio, abitava un uomo bellissimo, era così bello che tutte le ragazze del paese avevano una cotta per lui. Tuttavia, non appena lui chiedeva ad una di loro di sposarlo, queste avevano un tal paura che non accettavano la proposta. Il terrore delle fanciulle era legittimato dal fatto che l’uomo in questione si era già sposato bene tre volte e tutte le sue mogli, dopo due soli mesi di matrimonio, erano morte.

La gente del paese sparlava di lui, alcuni pensavano fosse un assassino e l’uomo, che invece sapeva benissimo di non essere il responsabile per la dipartita delle sue mogli, soffriva in segreto, addirittura piangeva, pensando alla triste sorte che gli era capitata. Un giorno, quando stava per rassegnarsi a rimanere per sempre vedovo, conobbe una donna di nome Tora che abitava nel vicinato. La ragazza era molto povera, ma a parte la sua bellezza, spiccava anche per il suo carattere estroverso e furbo, nessuno riusciva ad ingannarla.

Dopo vari mesi di frequentazione, Tora diede la notizia dell’imminente matrimonio ai suoi genitori che furono tutt’altro che felici di sapere quale triste destino avrebbe atteso la loro figlia. Comunque Tora, che era particolarmente testarda, non ascoltò il parere dei suoi e iniziò a darsi da fare con i preparativi.

Il giorno delle nozze, sia il padre che la madre della ragazza non toccarono cibo, tanta era la loro preoccupazione. Ad esser sinceri, neanche lo sposo se la passava benissimo, livido dalla paura che qualcosa di brutto potesse capitare anche a Tora che invece era l’unica dell’umore giusto per godersi quel momento: rideva, mangiava, beveva e si divertiva. Era come se una vocina le dicesse che, anche se sulle precedenti mogli era stata mandata una qualche maledizione, a lei non sarebbe successo. Ottimismo o sesto senso?

Il primo mese da sposati trascorso alle grande: i due novelli sposi si amavano, trascorrevano insieme le loro giornate e la maledizione sembrava solo un ricordo lontano. Arrivò in un baleno anche il secondo mese e Tora iniziò a rammentarsi delle defunte ex mogli del marito: quest’ultimo, allo stesso tempo, non riusciva più a riposare bene la notte, si girava e rigirava nel letto.

Durante una notte caratterizzata dalla luna piena, Tora notò che il marito stava dormendo, ma si agitava nel sonno, così rimase sveglia per capire cosa stesse succedendo. A mezzanotte in punto, l’uomo, preso da un episodio di sonnambulismo, si alzò dal letto e si diresse verso la porta di casa. La donna, nonostante un po’ di paura che iniziava a farsi sentire, non si lasciò spaventare e rimase da sola, sveglia, in camera da letto. All’una di notte udì dei passi e vide che quattro uomini entrarono nella sua stanza: incappucciati, vestiti di nero con un  grosso baule sulle spalle.

Tora, alla vista dei quattro, ebbe un mancamento! Del resto, come non capirla?! Però si riprese immediatamente e mantenne il sangue freddo la contraddistingueva. Rimase immobile sul letto e osservò gli uomini con circospezione. Gli sconosciuti depositarono il baule sul pavimento, si sedettero e iniziarono a piangere e ad urlare:

«Lu me freteddu, lu me freteddu bonu

La donna come risposta, invece di scappare a gambe levate, si alzò, si sedette vicino agli uomini e urlò insieme a loro:

«Lu me freteddu, lu me freteddu bonu

Dato che Tora non era affatto spaventata dalla situazione e non morì dalla paura come invece era successo alle altre mogli, il tetro gruppetto si alzò e se ne andò, lasciando in camera il baule che aveva portato. Finalmente rimasta sola, Tora lo aprì e con grande sorpresa vide che era pieno zeppo d’oro! Potete immaginare il suo enorme stupore.

La leggenda narra, infatti, che quella ricchezza era stata destinata soltanto a colei che, anche in un momento di estremo terrore, avesse mantenuto calma e sangue freddo e non fosse scappata. Tora aveva quindi superato quest’ardua prova e non morì dopo due mesi di matrimonio, ma tanto tempo dopo, quando ormai era divenuta molto anziana.

La sua storia, in diverse versioni, oltre ad essere tramandata e raccontata in Sardegna da generazioni, trova riscontro anche in numerosi testi, tra cui quello di Gino BottiglioniLeggende e tradizioni di Sardegna“.

 

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