Articolo di Maria Aurora Murgia
A Villagrande, il 7 dicembre, nel salone parrocchiale, dalle 18:30 in poi, si è svolto l’incontro organizzato dal coro Ogliastra Amistade, con lo storico Leonardo Melis.
Il tema al centro del dibattito è stato l’origine della civiltà nuragica e l’esistenza del popolo degli Shardana.
«Ogni popolo ha la sua cultura» ha proseguito Mura, «e in questo evento andremmo a ripercorrere il camino della storia degli Shardana, sentendo l’orgoglio di quest’antica popolazione e giungendo poi fino ai giorni moderni, così da prendere coscienza di chi eravamo e di chi siamo diventati».
A raccontare al pubblico la storia degli antichi popoli del mare, è stato lo storico, docente e scrittore, Leonardo Melis: «Attraverso le mie approfondite ricerche e numerosi viaggi, io propongo a tutti delle scoperte e delle prove; documenti, scritti e immagini, che poi ognuno può liberamente interpretare».
Gli Shardana erano descritti come una popolazione cui nessuno riusciva a resistere, ma non erano una vera e propria civiltà nuragica. Già i greci parlavano della Sardegna come la più importante isola al centro del Mediterraneo, un territorio caratterizzato dalla presenza di grandi torri ovvero i nuraghi o “Norax” (in greco antico) e abitato da uomini che erano molto abili a sfruttare tutte le opportunità offerte loro dal mare e che stringevano rapporti di amicizia con altri popoli in Egitto e nel Medio Oriente.
Lo storico Leonardo Melis, quindi mediante riferimenti alle opere degli scrittori del passato come l’Iliade e l’Odissea, al testo sacro della Bibbia, e a filosofi greci quali Platone e Aristotele, ha spiegato agli spettatori le varie teorie degli spostamenti, nel territorio europeo, di questa civiltà, che si presuppone discendere dal gigante di Akkad, che diede origine alla dinastia Sardonide, poi insediatasi nell’isola.
Nel corso del convegno si è discusso poi anche dei vari ritrovamenti archeologici, come la stele di Nora e la possibile esistenza di città sommerse, i nuraghe azzurri e le tombe dei giganti di Monteprama, e in particolare si è parlato dei reperti, come l’altare in pietre bianche e nere e le brocche, di S’arcu ‘e Is Forros, che nel passato era un sito utilizzato per le produzioni metallurgiche.
Infine si è lasciato spazio alle domande e alle curiosità del pubblico, che ha approfondito la questione del ruolo della donna nell’antichità e la sua funzione sociale, il sistema matriarcale e l’importanza del culto della dea madre.
La riunione si è conclusa attorno alle nove della sera, in un’atmosfera ricca d’interrogativi sul passato, già chiariti e ancora da chiarire, di orgoglio e di ammirazione per le radici del popolo sardo.