Proveniente da una nobile famiglia cagliaritana, Giusta Manca di Villahermosa, soprannominata Rubi d’Alma per volere di Gabriele d’Annunzio fu una stella del cinema del ventennio fascista. Nacque a Milano il 24 aprile del 1906. Alta, bella, slanciata, si avvicinò al mondo del cinema italiano grazie al regista e sceneggiatore Camillo Mastrocinque che la fece debuttare nel 1936, assieme a molti altri esponenti della nobiltà milanese, in Regina della scala, film musicale in cui l’attrice interpretava il ruolo di sé stessa.
L’anno successivo ottenne una certa popolarità nella commedia Signor Max in cui l’attrice rivestiva il ruolo di una gran dama inutilmente corteggiata da Vittorio De Sica. Il film verrà apprezzato da Vittorio Mussolini, il figlio del duce. Intorno alla metà degli anni Trenta Rubi d’Alma aveva incontrato il giovane Federico Fellini che era allora un semplice disegnatore di volti noti del cinema. Fellini rimarrà estasiato dalla bellezza e dall’ eleganza della nobildonna che sarebbe poi diventata una stella del cinema.
Oltre a Fellini, Rubi d’Alma collaborò con grandi registi quali Gennaro Righelli, Mario Camerini, Renato Castellani, Mario Soldati. Interpretò 28 film nei quali era quasi sempre in sintonia col suo personaggio. Non usciva mai fuori dal ruolo da lei interpretato, tanto che nel corso delle riprese di alcuni film la produzione decise di costringerla a vivere nel Grand Hotel con l’obbligo di non uscire dal personaggio che le era stato cucito addosso.
Esercitò la carriera di artista fino agli anni ‘50, in seguito si ritirò a vita privata.
Morirà a Castel Gandolfo nei pressi di Roma il 7 agosto del 1994.