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La Gabbia dei monelli riparte con il progetto Hocus and Lotus. La parola all’esperta di glottodidattica infantile Simona Serrau

L’Associazione Gabbia dei monelli di Loceri riprende le attività. L’Associazione non si occupa solo di organizzazione di eventi ma anche di formazione e cultura e infatti quest’anno parte con un progetto importante come quello di Hocus and Lotus che è un corso di formazione mirato all’acquisizione della lingua inglese per bambini da 5 a 11 anni organizzato in collaborazione con Simona Serrau, esperta di glottodidattica infantile.

«Hocus and Lotus, i Dinocrocs che insegnano le lingue ai bambini è una metodologia glottodidattica sviluppata per insegnare le lingue ai bambini nella fascia di età che va da 1 a 11 anni» spiega Serrau. «Il Programma educativo linguistico Hocus&Lotus è costituito dal modello teorico del Format Narrativo e dai materiali elaborati all’interno del modello. Il metodo è stato ideato da Traute Taeschner, professore ordinario presso la Facoltà di medicina e Psicologia dell’Università Sapienza di Roma. Non si tratta del classico corso di inglese mirato all’insegnamento e alla memorizzazione di categorie di vocaboli: Hocus and Lotus nasce dagli studi sul bilinguismo e sui meccanismi di apprendimento linguistici. Ha come base teorica gli studi sulla psicologia del linguaggio e sulla neurolinguisticae utilizza come strategie applicative elementi dell’arte: drammatica, musicale, pittorica e cinematografica. Il metodo ha alle spalle circa 30 anni di ricerca scientifica».

La principale novità? Sta nel cambiamento dell’orientamento di base del pensiero glottodidattico, come spiega Serrau: «Le strategie didattiche non si basano più sulla linguistica ma sulla psicolinguistica, l’attenzione non è più sulla lingua da insegnare e studiare ma sui meccanismi che ci portano ad apprendere una lingua. Ma quali sono questi meccanismi? La prima risposta a questa domanda ha a che fare con la funzione della lingua, ossia la funzione comunicativa: comunicare è per noi uomini un bisogno primario. Con Hocus e Lotus non si “studia” la lingua… la si vive e la si condivide! La seconda domanda è: come facciamo ad apprendere questa lingua tanto utile alla sopravvivenza? La risposta (semplificata) è: attraverso l’interazione con gli altri e grazie a un input continuo (provate a pensare a quanto parliamo con i nostri bambini sin dal giorno di nascita). L’acquisizione della nostra lingua madre non avviene attraverso l’analisi della stessa, non avviene attraverso la scomposizione del sistema linguistico in categorie grammaticali spiegate in base alla loro funzione (questa è una cosa che avviene dopo, a scuola, quando i bambini sanno già parlare: analisi grammaticale e analisi logica vengono infatti affrontate alle elementari). L’acquisizione della nostra lingua madre avviene per esperienze personali ed emotive».

Ossia il bambino impara la propria lingua madre grazie a un’interazione continua con gli adulti e grazie a un input continuo (la RIPETIZIONE è fondamentale) e grazie all’esigenza comunicativa.

«Il bambino è desideroso difarsi capire dal mondo che lo circonda» continua l’esperta in Glottodidattica infantile. «Dopo un certo tempo, insomma, i bambini cominciano a utilizzare le parole che hanno nel tempo memorizzato, interiorizzato e contestualizzato, per soddisfare le proprie necessità comunicative (è per questo che impariamo a parlare). Due sono le modalità che ci permettono di imparare una lingua: l’apprendimento  e l’acquisizione. L’acquisizione: lenta, inconscia, profonda, determinata da tantissimi input in entrata e con tempi di maturazione lunghi. L’apprendimento: consapevole, più veloce, meno profondo, determinato da un intervento mirato e consapevole. L’apprendimento, a differenza dell’acquisizione, si basa sull’insegnamento esplicito. Tuttavia ciò che ci induce a sentire nostra una lingua è il processo di acquisizione. Alcuni elementi della nostra lingua madre, per una serie di motivi, vengono memorizzati in quella che si chiama memoria implicita (prevalente fino ai 3 anni: è quella che ha a che fare con le conoscenze motoria e cognitiva non accessibili alla consapevolezza, e che migliora con la pratica). Nella memoria implicita confluiscono la fonologia, la morfologia e la sintassi della nostra lingua madre, ad esempio».

Insomma, come spiega in modo molto esaustivo Serrau, esperta, il metodo Hocus and Lotus nasce da queste riflessioni e si basa principalmente sul tentativo di attivare gli stessi meccanismi di acquisizione della lingua materna attraverso il concetto del format narrativo.

«Le lezioni avvengono in inglese, dall’inizio alla fine,ma i bambini “lavorano”anche a casa, condividendo con i genitori ascolto dei supporti audio e video e lettura dei bellissimi libri. Questo perché l’input deve essere giornaliero e condiviso per favorire una vera acquisizione. Il ruolo del genitore è fondamentale. Il cammino è lungo e lento (perché lenta è l’acquisizione di una lingua), ma è profondo e intimo. Lo scopo di questo percorso è ovviamente l’acquisizione di una nuova lingua, ma affinché ciò avvenga ci interessa particolarmente che i bambini sviluppino amore, apertura e disponibilità nei confronti della nuova lingua; che si sensibilizzino ai suoni tipici della nuova lingua; che venga loro data l’occasione di vivere in contesti in cui si  interagisce solo nella nuova lingua; che imparino ad associare le parole, le espressioni e le frasi nella nuova lingua a elementi non verbali in modo da facilitare l’accesso alla memoria lessicale; che siano in grado di raccontare le storie di Hocus and Lotus a terzi con intonazione e accento adeguati; che siano in grado di cantare i mini-musical; che siano in grado di comprendere il significato delle storie».

Lo slogan del corso può così diventare: Non si “studia” la lingua… la si vive e la si vuole condividere

«La lezione si svolge in 6 momenti, che coinvolgono totalmente il bambino» racconta Simona Serrau. «Indossiamo la maglietta magica ed entriamo tutti insieme nel mondo di fantasia di Hocus e Lotus dove si parla solo inglese. Insieme viviamo un’avventura dei Dinocroc, e capiamo le parole con i gesti e le espressioni del viso. Ripetiamo il vocabolario vissuto cantando il mini-musical. Raccontiamo la storia guardando il libro. Per ripasso ci guardiamo il cartone animato dei nostri eroi, che dura 5 minuti. Usciamo dal mondo magico e ci salutiamo: see you soon in the next adventure».

«L’avventura di Hocus and Lotus in Ogliastra inizia quattro anni fa grazie alla collaborazione e alla passione incontrata fra le mura della cooperativa sociale Bimbo Club, dove dal 2014vengono attivati i corsi per i bambini all’ultimo anno di nido. I primi bambini che hanno partecipato sono adesso al quarto anno di corso» conclude Serrau. «Da quest’anno però Hocus and Lotus ha varcato i confini di Tortolì ed è approdato a Lanusei (grazie all’associazione “Il bello d’essere mamma”) e a Loceri (grazie all’entusiasmo dell’associazione “La gabbia dei monelli”), da sempre instancabile nel proporre attività ludico-didattiche intraprendenti e innovative».

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