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“Le mani usiamole per giocare”, a Jerzu la serata per sensibilizzare contro la violenza sulle donne

La giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne è stata istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 17 dicembre del 1999. La data scelta ha origine da un evento accaduto tempo fa nella Repubblica Dominicana.

Il 25 novembre del 1960 le sorelle Mirabal, tre donne rivoluzionarie che cercavano di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo, si recarono a trovare i loro mariti in carcere ma, mentre percorrevano la strada verso la prigione, furono intercettate e caricate su un mezzo. Condotte in una località nascosta furono torturate, massacrate a colpi di bastone, stuprate e infine strangolate.

Sull’onda di questa triste ricorrenza L’Associazione culturale Calliope di Jerzu ha voluto lanciare un messaggio di sensibilizzazione con un evento, “Le mani usiamole per giocare” con la partecipazione di Silvana Migoni, presidentessa dal 2009 dell’ “Associazione Donne al Traguardo” (Centro antiviolenza Cagliari), giornalista e penna autorevole di quotidiani sardi e nazionali.

L’evento è stato introdotto da Claudia Carta, giornalista e presidentessa dell’Associazione culturale Calliope di Jerzu che ha in seguito lasciato la parola al Sindaco Carlo Lai il quale ha elogiato l’evento e ha analizzato a fondo il problema ponendo a sua volta dei quesiti. Silvana Migoni presidentessa dell’ “Associazione Donne al Traguardo” ha voluto porre l’accento sulla sensibilizzazione nei confronti della lotta alla violenza di genere, in maniera nuova, non solo con lunghi dibattiti ma cercando di dare un senso alle parole.

Il rispetto deve stare alla base di qualsiasi tipo di rapporto e dobbiamo riprendere la nostra umanità, ricominciare ad essere persone umane in una società talvolta così, fredda e disumana. Bisognerebbe intervenire nell’educazione, nel nucleo familiare ed in quello scolastico.

Al dibattito è seguito il documentario: “La mia rinascita” in cui hanno avuto voce le donne vittime di violenza,  fisica, sessuale e psicologica. Donne che dopo tanto tempo hanno ritrovato la luce e con essa la forza di parlare e di ricominciare a vivere. In seguito l’evento è continuato con un gioco, “Il gioco della zebra”, in maniera nuova e originale e non con le sole parole, soprattutto quelle prive di phatos, volte a spettacolarizzare senza riguardo.

FOTO DI ELVIRA LOCCI:

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