La 23enne Chiara Piras ha potuto pubblicare una fotografia personale all’interno del volume n.26 “L’Anima” della collana curata dal Corriere della Sera, Oliviero Toscani, in collaborazione con CFP Bauer, “Lezioni di Fotografia”.
Ma andiamo un po’ indietro, per scoprire di questo amore incondizionato per la macchina fotografica.
Nasce un po’ in sordina, la passione della 23enne tortoliese: è molto piccola quando “ruba” le macchine fotografiche compatte del padre per fotografare tutto quello che le capita a tiro. Già da bambina aveva capito che una passione nasce nel cuore e deve, deve!, esistere. Nel 2010, un graditissimo regalo: una reflex: in questo modo può rendere un po’ più concreta la mia ancora acerba passione per la fotografia.
Sassari, esami, lezioni ma niente testa: Chiara è convinta che la sua strada fosse quella dell’arte. Dopo due anni di tormenti, la confessione ai genitori: lascio, voglio dedicarmi alla mia passione. Trova un lavoretto a Sassari che le permette di pagare qualche spesa e di dotarsi di attrezzatura professionale. Inizia anche a frequentare corsi di Fotografia base, qualche workshop. Chiede addirittura agli amici di farsi fotografare. Motivo? Diventare spigliata, sicura.
Trova anche un secondo lavoretto come fotografa per una discoteca sassarese ma non è contenta: «Seguivo il mio cuore ma la mia testa continuava a martellarmi per mesi, suggerendomi di cercare una vera scuola di fotografia da poter frequentare, per conoscere davvero cosa significa far parte di questo mondo così vasto ma così insidioso che è la fotografia. E arrivo così a settembre 2017. per caso ho scoperto il CFP Bauer, scuola di formazione in ambito della comunicazione visiva: ho deciso, con il totale supporto dei miei amici e della mia famiglia, di partire qualche giorno per Milano, completamente sola, per poter fare un colloquio per frequentare quella scuola. E finalmente, dopo qualche settimana di ansia e paranoia, è arrivato l’esito positivo per il corso di Fotografia e Nuovi Media, di durata di un anno, presso il CFP Bauer a Milano».
Una permanenza piuttosto travagliata, la sua. Non è facile trovare un alloggio. Un ragazzo di Tortolì che studia a Milano le apre le porte di casa. È un monolocale della sua Università, è vero, ma non la lascia senza un tetto sopra la testa.
Mesi di convivenza difficili, spiega la giovane tortoliese, abitudini diverse, impegni differenti e caratteri opposti. «Ma il pensiero che mi ha fatto andare avanti è sempre stato lo stesso: ho sacrificato anni della mia vita a fingere di essere me stessa e nascondere ciò che realmente volevo, quindi valeva la pena sacrificarsi per il mio sogno più grande.»
Arriva poi la soluzione: stanza singola in Centrale.
Varie le iniziative cui partecipa grazie al Grazie al CFP Bauer
«Durante la Milano Photo Week ho preso parte ad un workshop tenuto da Christopher Morris (famosissimo fotoreporter Americano) per Samsung con presentazione dei progetti finali al Samsung District di Milano (http://www.photoweekmilano.it/dal-tramonto-allalba/).
Mostra finale del corso dei progetti personali alla prestigiosa “Fondazione Stelline” di Milano, a cui ho partecipato con il mio progetto “Born Naked” sottoforma di fanzine.
Pubblicazione di una fotografia personale all’interno del volume n.26 “L’Anima” della collana curata dal Corriere della Sera, Oliviero Toscani, in collaborazione con CFP Bauer, “Lezioni di Fotografia”.»
Riguardo quest’ultima esperienza, un grande traguardo per una giovane fotografa.
«Un giorno, la coordinatrice del corso è arrivata in classe a parlarci di questo nuovo progetto in collaborazione con il Corriere della Sera ed Oliviero Toscani: il CFP Bauer ha ottenuto una sezione in cui si parla di linguaggi fotografici, in cui vengono pubblicate fotografie di ex studenti e docenti Bauer. Ad ognuno di noi è data la possibilità di inviare alcuni scatti che possono essere selezionati per la pubblicazione sui vari volumi, se coerenti ai vari temi. Io ho partecipato inviando 6 fotografie di cui ne è stata selezionata una che, a dirla tutta, avevo mandato solo perché ero stata convinta da un’amica e dalla docente, e non perché ne fossi veramente innamorata io. Probabilmente non ero riuscita a vedere il potenziale di quell’opera, probabilmente non ero completamente distaccata per poterla giudicare oggettivamente e, quindi, sceglierla.
Ringrazio la mia famiglia, gli amici rimasti, quelli andati via, e la persona che ho nel cuore, per essermi stati sempre di supporto, per avermi sempre aiutata ed aver creduto in me anche quando sembrava tutto impossibile e irreale».
La foto pubblicata dal titolo “Stuck In Reverse”: