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Cenni sul libro “Il sicario di Sharm El Sheikh” e sull’autore Ghigo Ravenna. Domani presentazione a Baunei

Ghigo Ravenna Fonte foto: YouTgnet

Ghigo Ravenna Fonte foto: YouTgnet

Sesta edizione della rassegna “Una torre di libri” e appuntamento venerdì 9 novembre alle 18 a Baunei, presso la biblioteca comunale Italo Zucca per la presentazione del libro di Ghigo Ravenna “Il sicario di Sharm El Sheikh”.

Coordinerà il dialogo con l’autore Francesca Lai e interverrà il sindaco di Baunei Salvatore Corrias.

Ghigo Ravenna nasce nel 1965 a Cagliari, nella città esercita la professione di avvocato. Partecipa, insieme a un gruppo di giovani scrittori, con alcune poesie e un breve racconto, al percorso poetico a nove voci “Marea” organizzato dall’Associazione culturale Akropolis.

Il racconto “Coperchi del diavolo” è stato pubblicato nell’antologia “L’isola chiamata paradiso” curata da Giovanni Mameli. Un altro suo racconto, “Salto dalla torre”, è stato selezionato nel concorso promosso dalla Cosarda e inserito nel volume “Venti racconti”.

Nella Sinossi del libro, tutto il cuore del testo: l’autore spiega di dover trovare – su richiesta dell’editore – il collante, l’elemento che lega tutte le poesie (e i racconti, specifica). Una sinossi, insomma, una breve spiegazione che sappia donare a colui che si accinge a leggere il libro il “denominatore comune”, come lo chiama Ravenna.

La scrittura fa parte di lui fin da quando era bambino, racconta, benché di allora lui non ricordi granché. È nella tarda adolescenza che questa passione prende piede con consapevolezza, le ragioni che lo portano a mettere su carta i pensieri sono riconducibili a un qualcosa di necessario: “una necessità” scrive “che chiamerei catarsi delle emozioni. L’esigenza di liberarle, convogliarle nelle parole, tramutarle in concetti, indagarle dall’esterno. E spartirle”.

Quando scrive, pensa al lettore come prototipo di se stesso, una sorta di “altro io” che, tuttavia, è una figura femminile. Rilegge i versi con altri occhi e nella sua immaginazione vorrebbe rapire chi legge, trasportarlo in quello che è il suo mondo interiore: “Nella mia fantasia vivo l’ambizione smodata e vana di conquistarlo, senza espormi al rifiuto. E ipotizzo pure che le sue sensazioni potrebbero essere diverse dalle mie, anche divergenti, perché le poesie, una volta varate, appartengono all’interpretazione del singolo lettore. E si moltiplicano per ognuna di queste”.

 

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