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Tentato rapimento ai danni di Alberto Melis: armi, droga ed esplosivo a casa di Davide Sau, il quarto arrestato della banda

La polizia di Cagliari ha effettuato un’operazione che ha portato all’arresto del quarto complice per il tentato rapimento ai danni del ristoratore cagliaritano Alberto Melis, proprietario dell’”Antica Cagliari”. Si tratta di Davide Sau, fratello del giocatore del Cagliari, Marco.

Un blitz della Squadra Mobile di Cagliari ha portato ieri sera alla scoperta, in un’abitazione di Is Mirrionis, del covo della banda responsabile la settimana scorsa della tentata rapina ai danni del ristoratore Alberto Melis. Nell’operazione, condotta dalla Polizia congiuntamente all’unità cinofila della Guardia di Finanza e alle Squadre Artificieri e Antisabotaggio e con il contributo del gabinetto di Polizia Scientifica, è finito in manette Davide Sau, pregiudicato trentatreenne di Sorgono nonché inquilino dell’appartamento incriminato. Per il giovane, che si trovava agli arresti domiciliari ed è stato trasferito nel carcere di Uta, il fermo, a cui si è aggiunta una denuncia per ricettazione, è scattato in flagranza per detenzione illegale di materiale esplosivo, di armi comuni da sparo e munizionamento e di sostanze stupefacenti a fini di spaccio.

Nell’abitazione di via Is Maglias in cui Sau, fratello dell’attaccante rossoblu Marco, era domiciliato, le forze dell’ordine hanno effettuato una perquisizione trovando e sequestrando due pistole, tre chili di marijuana, un chilo e mezzo circa di esplosivo commerciale tipo EXEM 100, vari indumenti per il travisamento del volto e diverse targhe di veicoli, anche appartenenti alla Polizia municipale, provento di furto. La riconducibilità degli elementi rinvenuti nell’appartamento alla pianificazione della rapina architettata a scapito di Melis non è provata ma di certo, come affermato dal dottor Marco Basile, capo della Squadra Mobile, l’abitazione di Sau era il covo della banda che lo scorso 3 novembre ha tentato di sequestrare e predare il ristoratore cagliaritano per poi finire in manette.

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