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Jerzu, ieri le celebrazioni per Unità Nazionale e Forze Armate. Il Sindaco Lai: «Siamo qui in memoria delle vittime di tutto il conflitto»

Il 3 novembre del 1914, alle 15,20 veniva firmato il l’armistizio di Villa Giusti che siglava la cessazione delle ostilità. L’armistizio fu effettivo il 4 novembre successivo: alle ore 4 del pomeriggio le armi cominciarono a tacere. Terminava così la prima grande e terribile guerra mondiale. Sono trascorsi cento anni da allora e in ogni comune, in tutte le parti d’Italia, si rende onore agli italiani caduti nella Grande Guerra.

Il comune di Jerzu ha deciso di anticipare la cerimonia a sabato 3 novembre per dare la possibilità anche alle scolaresche di poter partecipare alle celebrazioni in onore dei caduti. Lungo tutto il corso sono state issate delle bandierine tricolore, simbolo del desiderio di pace di quei soldati morti per la Patria.

«Il bene sta nel dono che hanno fatto per la Patria. Anche se non li abbiamo conosciuti li portiamo nel nostro cuore con orgoglio, ricordando che abbiamo il dovere di amare la nostra patria» ha detto durante la funzione religiosa il parroco di Jerzu don Michele Loi. Dopo la messa in onore dei caduti la cerimonia è proseguita poi attraverso il corso principale in un lungo corteo, accompagnata dalle melodie della banda musicale di Nurri.

Successivamente presso il monumento dei caduti il sindaco Carlo Lai, di fronte alle autorità civili e religiose, ha letto i nomi di tutti gli jerzesi che partirono per il fronte.

«Ci troviamo qui in memoria delle vittime di tutto il conflitto, per rendere loro onore, per ricordare le loro sofferenze e il desiderio di pace.(…) Il ricordo di tanto sacrificio non deve sbiadire, le atroci sofferenze ricevute non devono essere rimosse» ha detto il sindaco che nel suo discorso ha poi invitato a riflettere sulla data del 4 novembre, ricorrenza nata per ricordare e in seguito occasione per riflettere sull’unità nazionale, per offrire qualche stimolo di risveglio se vista in chiave educativa.

Ha posto poi l’accento sul concetto di nazione, sulla necessità di far acquisire alle nuove generazioni una coscienza di nazione e il cui compito è affidato ad ogni educatore.  Soprattutto in tempi di crisi come oggi è necessario acquisire nuovamente il senso di unità nazionale, l’ideale patriottico. Oltre al 4 novembre vi è un’altra data di fondamentale importanza ed è quella del 25 aprile, data storica che celebra la fine del secondo conflitto mondiale. Dal 25 aprile del 1945 sono trascorsi solo 73 anni nel corso dei quali la nostra patria è riuscita a risollevarsi e a riscattarsi dopo la fine di un conflitto così disastroso. E allora “oggi, nella difficoltà economica e sociale del nostro Paese dobbiamo ricordarci da dove veniamo, di che cosa siamo stati capaci, ricordiamoci di riscoprire l’orgoglio di essere italiani”.

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