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Lingua Blu: per la prima volta trovato in Sardegna sierotipo 3. Le rassicurazioni di Laddomada (IZS)

La presenza del virus della bluetongue di sierotipo 3 (BTV3) è stata confermata dal centro di referenza nazionale di Teramo su campioni di organi prelevati su una pecora compare questo sierotipo di Blue Tongue, presumibilmente arrivato dal Nord-Africa, così come già accaduto in passato per altri sierotipi di BT, tramite insetti (Culicoides) infetti da BTV3, trasportati dal vento fino alla Sardegna sud-occidentale. Questa ipotesi potrà essere verificata nelle prossime settimane sulla base dello studio dei dati metereologici ed epidemiologici. A tutt’oggi sono sette i focolai di lingua blu confermati a Teulada, presumibilmente tutti causati da BTV3, anche se al momento la conferma riguarda solo il primo di questi focolai. La sintomatologia clinica in questi allevamenti è quella tipica della BT e ha finora interessato un numero di soggetti abbastanza limitato che hanno generalmente presentato sintomatologia non grave, con sole 4 pecore morte. Negli allevamenti ovini colpiti era stata attuata la vaccinazione contro BTV 1 e 4, sierotipi verso i quali le popolazioni di ruminanti della Sardegna hanno generalmente una buona copertura immunitaria, conseguente alla circolazione di questi due sierotipi virali in molte aree della Sardegna negli anni scorsi e alle campagne di vaccinazione finanziate dalla Regione ed attuate dai servizi veterinari. Infatti, nel corso di quest’anno – sebbene i dati sugli “animali sentinella” indichino che entrambi i sierotipi continuano a circolare in forma silente in alcune zone dell’isola – si sono verificati finora solo alcuni focolai sporadici di BTV4 (Tertenia, Maracalagonis), con conseguenze molto limitate.

«Non siamo di fronte ad un quadro di particolare gravità. È vero che al momento non è disponibile in commercio alcun vaccino contro il BTV3 – spiega Alberto Laddomada, direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico della Sardegna -,  ma l’esperienza insegna che una tale vaccinazione, se attuata in emergenza in questi ultimi mesi del 2018, non porterebbe comunque a risultati significativi. In relazione al vaccino, quindi, si tratta di verificare se sarà possibile approvvigionarsi per una campagna da attuarsi eventualmente nel corso del 2019. Nel frattempo, è necessario che tutti gli allevatori si adoperino per ridurre il rischio BT nei propri allevamenti prendendo tutte le misure di prevenzione e controllo degli insetti vettori, misure che possono proteggere gli allevamenti dalla introduzione del virus, ridurre la gravità della malattia negli allevamenti colpiti e rallentare la diffusione geografica del virus».

 

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