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Reddito di cittadinanza. Il contributo in una carta bancomat, il viceministro Castelli: «Così si controlla la spesa»

Sono passati pochi giorni dall’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (NaDef) 2018 nella quale è previsto, fra le tante misure, anche il Reddito di cittadinanza.

Per la misura, inserita nel contratto di Governo, sono stati previsti 10 miliardi di euro, e secondo alcune ipotesi riportate da Il sole 24 ore, dovrebbe ruotare intorno a quattro requisiti. Primo fra tutti, la ricerca attiva del lavoro, il completamento di percorsi di formazione, l’involontarietà della disoccupazione, e il reddito familiare. Se si rifiutano tre proposte di impiego affini al proprio curriculum, si perde la misura.

I famosi 780 euro mensili per tre anni, prorogabili, sarebbero calcolati per un single, o per un disoccupato che non ha reddito, mentre per pensionati e lavoratori cosiddetti poveri la cifra si attesterebbe rispettivamente intorno ai 300 e 480 euro mensili. Non sono ancora ben definiti quindi i requisiti di accesso alla misura né tanto meno gli altri dettagli che riguardano l’erogazione del contributo. Una risposta, seppur abbozzata e non ufficiale, l’avrebbe data il viceministro all’Economia dei 5 stelle, Laura Castelli, nel corso di un’intervista a Il Fatto quotidiano. Il viceministro ha infatti dichiarato:

«Il progetto lo stiamo definendo assieme al team per la trasformazione digitale di Diego Piacentini e alla Banca mondiale […] Ogni cittadino che ha diritto al reddito potrà adoperare la propria tessera bancomat, e recarsi in un negozio. Poniamo che debba comprare del pane: gli basterà dare il bancomat al fornaio, che riconoscerà il codice della tesserina tramite un apposito software, e scalerà la cifra dell’acquisto. Non ci sarà alcuno scambio di denaro: il negoziante riavrà dallo Stato in giornata la cifra spesa dal singolo cittadino, come già avviene ora con i normali acquisti. E le banche di acquirente e venditore non avranno visionato nulla». Castelli avrebbe precisato inoltre che sarà controllato il modo in cui verrà speso il contributo, destinato quindi al solo consumo, per evitare che il denaro venga speso in scommesse e affini e per garantire, precisa, il pagamento dell’Iva.

Non sono ancora chiare le tempistiche, ma si prevede già che ad erogare il contributo saranno di centri per l’impiego: «Questo è un metodo diverso (rispetto alle precedenti misure che prevedevano l’uso di carte, ndr)- precisa il viceministro -. Nessuno avrà paura di sentirsi ghettizzato usando una carta riconoscibile, perché potrà adoperare il suo consueto tesserino bancomat».

 

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