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Serate casalinghe? I dieci film sardi da vedere assolutamente

Approfittate delle serate casalinghe per guardare un bel film. Quale? Questo è il dilemma. Noi vi consigliamo di puntare sulla visione di pellicole isolane. E per aiutarvi, abbiamo preparato una lista di film sardi che dovete vedere assolutamente. Abbiamo scelto i film che raccontano le diverse realtà dell’isola. Insomma,  quelli che portano sullo schermo situazioni lontane anni luce dalla Sardegna da cartolina della Costa Smeralda, tutta mare e bellissime spiagge . I classici di De Seta e dei fratelli Taviani, quindi, non potevano mancare, nonostante i registi non siano sardi.

 

Sonetàula, di Salvatore Mereu (2007)

Tutta la bellezza dell’isola è racchiusa nel viso dolce e severo del giovanissimo protagonista, Francesco Falchetto. Siamo negli anni ’30, e Sonetàula è il soprannome di un ragazzino che fin da piccolo bada al gregge della sua famiglia, e cresce in un mondo aspro e durissimo. Ma a un certo punto la sua vita cambia. Lui è costretto a darsi alla macchia, e sì, c’è anche una storia d’amore. Preparatevi: due ore e mezza di sardo con i sottotitoli. Ma ne vale la pena.

Banditi a Orgosolo, di Vittorio De Seta (1961)

Classicone. Girato nel ’61 in Barbagia, il film descrive un mondo ben lontano dalla “dolce vita” narrata da Fellini solo un anno prima nell’omonimo film. No, in Barbagia non c’erano star del cinema, né abiti da sera o bellissimi locali in cui bere cocktail.

L’arbitro, di Paolo Zucca (2013)

Il cinema sardo ha spesso il difetto di essere troppo cupo e asprigno, e L’arbitro di Paolo Zucca ha il merito di ricordarci quanto può essere comica la vita in un paese sardo qualsiasi. Se siete mai stati a una partita di calcio fra squadre di paese, sapete di cosa stiamo parlando. La comicità del film di Zucca è quella che noi tutti conosciamo. Fidatevi: alcune scene sono davvero spassose. Il cast aiuta. Ci sono Stefano Accorsi, Geppi Cucciari, Jacopo Cullin e Benito Urgu, tutti molto in forma. Da guardare assolutamente.

Bellas Mariposas, di Salvatore Mereu (2013)

Il film racconta una giornata di due adolescenti cagliaritane. Le due, poco più che bambine, si muovono con leggerezza nella periferia cagliaritana, e devono fare i conti con famiglie assenti e degrado urbano. Una storia contemporanea, che parla di quel difficile periodo della vita che è l’adolescenza. Tratto da un racconto di Sergio Atzeni,

Su Re, di Giovanni Culumbu (2013)

Su Re racconta l’episodio della Passione di Gesù, le ultime dodici ore di vita di un Cristo che parla in sardo e che viene condotto alla croce attraverso le pietre dell’entroterra. Crudo, ma non violento (come invece è il film di Mel Gibson che racconta la stessa vicenda, The passion), il film è originale e toccante.

Ballo a tre passi, Salvatore Mereu (2003)

Il film è diviso in quattro episodi, ognuno dei quali rappresenta una stagione e un’età della vita. Con Ballo a tre passi Mereu ha vinto il David di Donatello per il miglior regista esordiente.

Dimmi che destino avrò, di Peter Marcias (2012)

L’opera di Marcias racconta la realtà dei campi Rom che si trovano ai margini della città di Cagliari. La storia parte dal presunto rapimento di una ragazza rom da parte del suo compagno, e un commissario e la sorella della ragazza indagheranno sul caso. Un’occasione per conoscere una realtà che vive di fianco a noi, ma che troppo spesso resta sconosciuta e sommersa dai pregiudizi.

Il figlio di Bakunin, di Gianfranco Cabiddu (1997)

Girato come se fosse un documentario (ma non lo è), il film ricostruisce la figura di Tullio Saba, un minatore anarchico dalla personalità controversa. Le sue vicende vanno di pari passo con quelle della Sardegna, soprattutto la zona di Carbonia, dagli anni ’30 ai ’50. Molti episodi sono legati alla presenza dei fascisti. Da un libro di Sergio Atzeni.

Treulababbu – Le ragioni dei bambini, di Simone Contu (2013)

Il film è diviso in due episodi, Sa regula e Su molenti de Oramala. Il primo racconta del rapporto di amicizia fra Efisio, un bambino, e la sua capretta Concaniedda. Quando Concaniedda viene portata via per essere macellata, il padre di Efisio non ha il coraggio di dirgli la verità, e combina un disastro dopo l’altro. Divertente e leggero, è perfetto per una serata all’insegna del cinema nostrano. Il secondo episodio ha come protagonista un bambino appena  trasferitosi in Sardegna con i suoi genitori. Per lui non sarà facile integrarsi. Il film si snoda fra sogno e realtà, e riprende alcune leggende sarde.

Padre padrone, di Paolo e Vittorio Taviani (1977)

Due giganti del cinema, i fratelli Taviani, raccontano la vita difficile di Gavino, costretto dal padre ad abbandonare la scuola a sei anni per dedicarsi completamente al gregge. Un classico di altissimo livello, tratto dall’omonimo libro autobiografico di Gavino Ledda. Il film ha vinto la Palma d’oro come miglior film al trentesimo Festival di Cannes.

di Ilaria Orrù

 

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