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Nebida e i ragazzi di Passillendinpari: quando la passione crea occupazione dove sembrava non esserci speranza

Secondo Jaques Costeau la costa di Nebida col Pan di Zucchero è la più bella del mondo e l’esploratore e oceanografo francese di coste se ne intendeva. Quello che non smette mai di stupire chi visita la Sardegna è come sia possibile che una terra che possiede gioielli naturalistici e siti di archeologia industriale come quelli della zona di Nebida, sia tra le zone più più povere dell’Italia. Ed è proprio nella consapevolezza dell’immensa potenzialità di queste terre che Mirko Manca, con Federica Fanni e Damiano Muscas ha fondato la compagnia Passillendinpari. Il loro motto è “il passato sarà il nostro futuro”, perché i tre conoscono il valore e le potenzialità della zona e decidono di valorizzarla con i pochi mezzi che hanno a disposizione. Come punto di partenza scelgono un area adiacente alla Laveria Lamarmora, la ripuliscono, e la rendono più accogliente.

Allo stesso tempo iniziano a organizzare dei trekking, lavorando sui sentieri per renderli fruibili. Mirko conosce quei territori come le sue tasche, ha maturato una certa esperienza, sui trekking e sul territorio perché prima di fondare Passillendinpari, ha fatto parte dell’associazione Verdeazzurro Pan di Zucchero, che si occupava di trekking nella zona. A Mirko non manca certo lo spirito d’iniziativa, così comincia ad accordarsi coi produttori della zona e nel programma dei trekking, anzi che il pranzo al sacco, propone di mangiare cibi tipici e genuini consumati nelle aziende agricole che si incontrano lungo i percorsi. Il riscontro è immediato, sui social i commenti di chi prende parte alle passeggiate lungo paesaggi mozzafiato intorno a Nebida, sono sempre positivi e più numerosi.

«Ci sono moltissimi ambienti delle costruzioni delle miniere che potrebbero essere visitati- spiega Mirko- ma vanno messi in sicurezza e soprattutto è importante che si sistemino i siti minerari perché all’interno delle vecchie strutture è possibile trovare antichi oggetti, strumenti che venivano utilizzati nell’attività estrattiva». Che questi ragazzi nutrano per l’ambiente e per il patrimonio culturale poco sfruttato, un profondo rispetto è evidente, ma due anni fa Mirko ne ha dato ulteriore dimostrazione donando al museo Minerario di Nebida, un prezioso amperometro che ha trovato casualmente in una delle sue esplorazioni nelle zone intorno alla miniera. «Mentre camminavo ho notato un pezzo di metallo che luccicava- racconta Mirko- allora ho scavato un po’ e mi sono reso conto di aver trovato un bellissimo amperometro. Siccome era molto pesante, circa 60 chili, sono tornato a prenderlo con un amico. Temevo che qualcuno potesse impadronirsene. Dopo averlo recuperato lo abbiamo donato all’Associazione Minatori Nebida, affinché lo esponesse nel museo, è giusto che tutti possano vederlo».

Dal 2017, Mirko e Damiano sono diventati soci C.A.I., Club Alpino Italiano e Passillendinpari è diventata una cooperativa. A questo punto però i ragazzi di Passillendinpari decidono di dedicarsi non solo a chi viene da fuori a visitare Nebida, ma anche a chi nella piccola frazione di Iglesias, ci vive. Da sei anni a Nebida non c’è più l’edicola, inoltre non esiste un punto di riferimento per i ragazzi, un luogo di aggregazione. Così i ragazzi di Passillendinpari, individuano un locale, lo sistemano, mettono su una paninoteca friggitoria e riaprono l’edicola. La riapertura dell’edicola è stata accolta con grande gioia soprattutto dagli anziani, e la paninoteca, il “Black Planet”, è diventata un punto di ritrovo per i giovani di Nabida, si organizzano serate a tema e il wi-fi è disponibile per tutti. Mirko e gli altri non si sono certo dimenticati del loro motto “Il passato sarà il nostro futuro”, anzi. Con la collaborazione del comune di Iglesias, dal primo luglio hanno aperto un Ufficio Turistico, per fornire informazioni ai turisti e da ottobre riprenderanno con i trekking, con il doppio risultato di avere rivitalizzato la piccola frazione sulcitana e creato tre posti di lavoro in una delle zone più depresse economicamente di tutta Italia.

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