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Arbatax, passaggio di testimone al comando del porto, tra bilanci e propositi

 

 

Cambio della guardia al comando del porto ogliastrino. Venerdì 31 agosto nel piazzale Rocce Rosse ad Arbatax, alle 10.30 una cerimonia ufficiale segnerà il passaggio di consegna tra il comandante uscente, il tenente di vascello Antonello Fava e il suo pari grado Alex Giursi, 33 anni proveniente dalla direzione marittima di Civitavecchia.

Tempo di bilanci, quindi, per il comandante Fava dopo due anni di servizio. E momento di obiettivi da fissare per il nuovo arrivato Giursi.

«Ho iniziato il mio percorso con una metafora due anni fa: la comunità portuale è una grande famiglia e il mare rappresenta il membro più anziano da rispettare e per il quale avere riverenza – afferma il comandante Fava non senza tradire l’emozione – La mia esperienza lavorativa e umana ad Arbatax è stata molto positiva e sicuramente lascio un pezzo di cuore in questo borgo. C’è stata molta collaborazione anche da parte degli altri enti  e ho trovato dei colleghi fantastici all’interno del Circomare. É stata un’ esperienza che mi ha fatto crescere professionalmente».

In merito al futuro del porto ogliastrino il comandante uscente si ritiene ottimista: «Ci sono buone prospettive, a mio avviso. La svolta sarebbe sicuramente l’inserimento di Arbatax in un’ autorità competente. Spero di aver dato un impulso positivo e aver tracciato un solco da poter seguire. Auguro a Giursi di ricevere il caldo abbraccio di questa comunità».

Per il tenente Alex Giursi invece questa è la primissima esperienza al comando dopo quattro anni di servizio a Civitavecchia. «Appena arrivato mi ha colpito la bellezza del territorio – afferma il neo comandante – sono rimasto anche piacevolmente colpito dagli incontri con i soggetti istituzionali, ho percepito molta concretezza e spirito collaborativo».

Questa è una fase di ascolto e conoscenza per Giursi che deve valutare le problematiche locali. «Ho già toccato con mano la lealtà ed educazione dei sardi e qui, rispetto a Civitavecchia, avrò un contatto maggiore con la popolazione – conclude – L’indirizzo deve essere univoco e cercherò, un mattone alla volta, di consolidare il lavoro fatto da chi mi ha preceduto».

 

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