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Apocalypse Mum: no gonfiabili no party

Il Messaggero

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Ve la ricordate la festicciola del vostro compleanno? Allora era davvero una festicciola, alla buona, in casa, con un paio di amichetti e qualche cuginetto, la torta semplice e due ciambelline, i popcorn se proprio mamma era in vena, oggi invece la parola d’ordine è strafare. Ammettiamolo, facciamo outing, che tanto ci siamo passate tutte: quando ci invitano piuttosto che partecipare preferiremmo stare carponi a sbiancare le fughe con lo spazzolino da denti, ma quando tocca alla nostra creatura compiere gli anni, allora sì che ci teniamo alla festa, ah se ci teniamo.

Quando distribuiamo gli inviti la definiamo “festicciola” con fintissima modestia, consapevoli di aver organizzato il party del secolo, che al confronto gli organizzatori del Ballo della Rosa di Montecarlo impallidiscono. E se abbiamo fatto tutto da sole, senza chiamare Enzo Miccio, è solo per una mera questione economica, certo non per mantenere un profilo basso. Quando abbiamo prenotato la sala, la più grande, spaziosa e attrezzata disponibile, ci hanno fornito in omaggio un blocchetto di inviti prestampati, da compilare con il nome del festeggiato e la data della festa. Ma alla faccia del profilo basso il prestampato non esiste, la festa è a tema e tutto ma proprio tutto sarà in tema al tema del tema. Ovviamente scelto dal reuccio, il festeggiato, che nella migliore delle ipotesi ha scelto Batman o Frozen e lì ti va di lusso, in tema trovi di tutto. Ma se il volubile esserino frutto del tuo grembo in quel periodo ha la passione per l’olinguito colombiano, o la tartaruga delle Galapagos allora sei fregata. Ma tu non ti arrendi e personalizzi. Personalizzi tutto, con paint ti organizzi gli inviti, fino alle 2 del mattino ad appiccicare glitters, perché la tua adorata bimba ha scelto il tema “Regina delle pietre preziose”. Dopo aver fatto il giro del mondo in 80 giorni per cercare tovaglioli, cannucce, bicchieri, piattini, forchettine blu per alternarli a quelli rossi, visto che il pargolo ha scelto il tema Forza Cagliari devi pensare al cibo.

E qui scatta la sindrome della competizione: più cibo della festa di Nicol, abbiamo fatto la fame. Più originale della festa di Maicol, sempre le solite quattro cose. Più buone della festa di Kevin, ha preso tutto al discount. Più colorato della festa di Chantal, sembrava il menù dell’ospedale. Ormai in piena turbe agonistica finisci per organizzare un menù alla Cracco con fingerfood di sushi, cucina molecolare e antipasti destrutturati, in quantità industriale dimenticando che i bambini alle feste non mangiano altro che patatine e pizzette, quando le mangiano. Perché spesso costumano prendere, leccare e riporre educatamente nel vassoio. Ti resterà tutto sul groppone, ma tu avrai lasciato tutti con tanto d’occhi. A proposito di occhi: la torta. Hai ancora in bocca quella sgradevole sensazione. Ti sei dovuta mangiare l’occhio di Nicol, perché la madre ha avuto la brillante idea di decorare la torta con un foglio di gelatina con su stampata la faccia di Nicol commestibile e a te è toccato l’occhio. No, non se ne parla, tu sei una donna sobria, niente ritratto di tuo figlio sulla torta, e nemmeno quello di Joao Pedro: e poi perchè solo una torta? Meglio due, a forma di cuore, uno rosso e uno blu. Ti ci vorrà un tir per portarti via gli avanzi ma l’importante è esagerare.

foto il messaggero

Poi ovviamente ci sarà il tavolo delle caramelle, avresti preferito la confettata, ma oggettivamente i confetti al compleanno non si è mai sentito, quindi più marshmallow per tutti. Hai avuto un’ideona: bustine di stoffa rossoblu per prepararsi i sacchettini da riempire di caramelle, ancora non l’ha fatto nessuno. I bambini potrebbero tranquillamente giocare sui gonfiabili che per altro stai pagando parecchio, ma non basta, bisogna pensare all’intrattenimento: i burattini? Visti e rivisti. Il mago burlone? A memoria. Le bolle di sapone? Che noia. Il giocoliere? C’è gratis al semaforo. Vorresti chiamare Le Cirque du Soleil, ma per quella data hanno impegni, a Silvan gli tremano le mani, non ti resta che l’animazione. Due ragazze urlanti che costringeranno i bambini a giocare fino allo sfinimento a giochi che non potranno scegliere, con compagni di squadra che non potranno scegliere, con sottofondo musicale che non potranno scegliere. E dopo le due ore di animazione, sudati fradici, verranno fatti posizionare intorno a un grande trono sul quale naturalmente siederà il reuccio, e al grido di “Scarta, scarta” il festeggiato scarterà tutti i regali. Libri e vestiti buttati da una parte con disprezzo, giocattoli custoditi gelosamente.

Ma prima del commiato, il tuo colpo da maestro: poteva forse mancare il pensierino di saluto? Pensierino di saluto, sì. Non è che lo possiamo chiamare bomboniera, non è mica una cresima. Ogni bambino dunque, prima di andar via riceverà un kit del Cagliari, matita, gomma, temperino e righello rossoblu, ma quando obbligato dalla madre ti darà un bacio non starà sorridendo, e tu ti chiederai come mai, vista la fantastica festa. Forse lui voleva solo mangiare una pizzetta e fare quattro salti in libertà sul gonfiabile, non voleva fare il degustatore di Masterchef e nemmeno ballare i balli di gruppo sulle note di “amore e capoeira” o forse, più semplicemente non voleva baciarti perchè è juventino…

 

 

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