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Giuseppe Carta e i suoi peperoncini giganti: sculture apprezzate anche in Oriente

 

Chi vuole vedere a Cagliari dal vivo una delle sculture che rappresentano i peperoncini, potrà ammirarla nella terrazza del Banco di Sardegna di viale Diaz. Di sculture simili a questa ne sono state installate in varie parti di Italia e del mondo. Alcune di dimensioni decisamente più imponenti, come quelle esposte in alcune delle città cinesi più importanti. Dopo avere riscosso in Cina un clamoroso successo con alcune mostre di dipinti, Carta viene invitato dal Consolato Generale d’Italia a Chongqing a realizzare una scultura per l’inaugurazione della nuova sede del Consolato. Realizza quale simbolo della città cinese CAPSICA RED LIGHT una installazione scultorea in bronzo policromo di cinque grossi peperoncini in un rosso vivo squillante.

I peperoncini catturano l’interesse di importanti personalità del mondo dell’economia cinese fino a diventare l’oggetto di una importante collaborazione tra il Consolato, un grande sponsor imprenditoriale cinese e l’artista. I peperoncini vengono così conosciuti in tutta la Cina quale simbolo della città di Chongqing e della regione del Sichuan. Visto il gradimento del pubblico dagli occhi a mandorla, il Governo Cinese propone a Carta di esporre all’Expo Milano 2015 nel Padiglione Cina per la giornata del “Chongqing day” una serie di sculture: i cinque peperoncini rossi provenienti dalla città cinese e un peperoncino rosso di gigantesche dimensioni alto 7,5 metri, che diventerà alla fine del 2015 scultura pubblica della città di Chongqing ed esposta in una delle piazze più grandi e moderne della città, Guan Yin Qiao.

«Il peperoncino, mi ha ispirato perché l’ho sempre visto come un simbolo positivo- spiega l’artista-poi però col tempo, spostandomi da una città all’altra, da una nazione all’altra, ho constatato che si tratta di uno dei simboli più comuni e diffusi. Dalla Cina al Messico, dall’America all’India, il peperoncino è legato alla preparazione del cibo, quindi simbolicamente alla vita, e in tutti questi paesi viene sempre associato a immagini e situazioni positive. Per non parlare dell’Italia: ho scoperto che nel nostro Paese ci sono circa cento accademie che si occupano del peperoncino».

Carta è conosciuto soprattutto per i peperoncini, ma ha realizzato anche altre opere davvero imponenti e per committenti importanti come Andrea Bocelli per il quale ha realizzato, oltre che la scenografia con i peperoncini, una melagrana per il Teatro del Silenzio sempre di grandi dimensioni e recentemente ha installato un grappolo d’uva alto quasi 8 metri e largo 2 a Fontanafredda, la culla del Nebbiolo. Carta che vive nel suo paese d’origine Banari, fa la spola tra la Sardegna e la Toscana, dove realizza le sue opere: «lavoro a Pietrasanta– spiega l’artista- perché è la patria della scultura contemporanea, qui si trovano più di trecento scultori provenienti da tutto il mondo, e ci sono le strutture, le fonderie in particolare, dove posso realizzare le mie imponenti opere». Il lavoro creativo dell’artista sardo è piuttosto complesso, uno dei suoi ultimi lavori, un peperoncino alto 18 metri ha richiesto per essere installato, l’intervento di 3 Tir e quattro gru. Carta utilizza prevalentemente la tecnica della cera persa: «questa tecnica, seppure in maniera molto più rudimentale era conosciuta già in epoca nuragica- afferma lo scultore- si tratta di realizzare un modello in cera, ricoprirlo poi con della creta forata, far colare dai forellini la cera fusa per poi riempire lo stampo con il bronzo fuso».

Le opere di così vaste dimensioni possono essere simili, ma non saranno mai identiche, proprio per la complessità della realizzazione e per il fatto che vanno poi assemblate. Spesso, l’artista utilizza la resina sintetica come materiale per le sue sculture: «le resine sono molto più resistenti, non subiscono danni anche se esposte alle intemperie, per questo quando realizzo un’opera destinata a rimanere all’aperto le preferisco al bronzo che si deteriora più facilmente». Anche se Giuseppe Carta è conosciuto soprattutto per le sculture che rappresentano peperoncini, l’artista sardo non è solo scultore, ma anche un apprezzatissimo pittore. I suoi dipinti sono cosi ricchi di dettagli e precisi da sembrare degli scatti fotografici, come quelli che raffigurano i bicchieri di cristallo. Non a caso Carta ha partecipato alla Biennale di Venezia su invito di Vittorio Sgarbi ed è stato chiamato a ritrarre l’allora Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, ritratto ora esposto al Palazzo Koch di Roma sede storica della Banca. Per l’artista sardo in programma anche un film sulla sua vita, nel quale lui probabilmente interpreterà un cammeo.

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