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Apocalypse Mum. Ogni scarrafone è bell’a mamma sua

Articolo di Dalila. 

Che ogni mamma veda le proprie creature come esseri speciali ci sta. È comprensibile anche che faccia fatica a individuarne i difetti, accecata dall’amore. Ma se la cecità è da cane guida, allora è facile che la mamma in questione veda il suo bambino con le sembianze di San Francesco, mentre noi che quel bambino non lo amiamo altrettanto lo vediamo come Alien sotto mentite spoglie. Se c’è una cosa in cui (moltissime, ma non tutte) le mamme peccano, è proprio la lucidità di giudizio nel valutare i propri figli, mentre i figli delle altre mamme li vedono con un realismo tanto profondo che spesso rasenta la crudeltà. Per cui se una bambina di 8 anni con una lieve pinguedine, 48 chili buoni, tutta infiocchettata di pizzi e merletti rosa con tutù per il saggio di danza, per la mamma volteggia come Carolina Kostner, di sicuro per le altre mamme balla come l’ippopotamo della Disney nel film Fantasia.

Laddove loro vedono uno scheletrino cagionevole, la mamma vede un invincibile Marcantonio, se mamma vede Frozen dodicenne, loro vedono uno scaricatore di porto coi capelli ossigenati. E in tutto questo, Facebook rappresenta un’impietosa bocca della verità, perché siamo franche, nessuna di noi riesce a resistere alla tentazione di postare foto orrende del proprio pargolo, che ai nostri occhi paiono belle come un tramonto al mare, ma se le postano le altre mamme ci sembrano talmente brutte che le usiamo per farci dei meme.

Alla fine care mamme con pesanti carenze sul concetto di bellezza, bisogna che ci mettiamo d’accordo: o sono tutti belli o sono tutti brutti, perché se tu posti un primo piano del tuo gioiello e ci scrivi “da grande sarà bello come Beckham” e qualcuna commenta “Ma non so, io ci vedo più Denny de Vito” non significa che qualcosa all’ultima visita oculistica è andato storto, in teoria ci vediamo tutte benissimo, è l’amore materno che ci disorienta. A meno che non siamo iscritte al C.D. Club (Crudelia Demon Club), e allora siamo cattive di mestiere, dobbiamo trovare un equilibrio, non dico proprio il rinunciare a pensare che il nostro erede sia il migliore (anche perché sarebbe una mission impossible), ma almeno sforziamoci di non demolire i figli delle altre. Suvvia, un po’ di solidarietà materna, dopotutto non è che possono essere tutti belli come il vostro…

Attenzione però, se è giusto essere clementi coi bambini brutti (che, ricordiamolo, mai nella vita hanno chiesto di essere sbattuti in bacheca mercé del pubblico ludibrio, è tutta fregola delle mamme), nessuna pietà invece per chi ostenta traguardi scolastici o sportivi. Va bene, come diceva il grande Pino, che ogni scarrafone è bell’a mamma sua, l’importante però è non strafare, altrimenti si appare come delle brutte persone che vogliono suscitare l’invidia del prossimo materno: pubblicare un 10 e lode, la pagella, la coppa o la medaglia è un’arma a doppio taglio, perché l’inganno dell’amore è dietro l’angolo, ricordatevi che quello che a voi ipovedenti da sentimento, sembra Einstein magari in realtà è Forrest Gump. Quindi meglio mantenere sempre un profilo basso, così sarà più facile digerire il concetto che se tuo figlio è rimasto in panchina non è perché l’allenatore non vuol fare sfigurare gli altri, no no è che tuo figlio è proprio una pippa.

Ma se c’è un ambito nel quale veramente le mamme pensano di primeggiare sull’universo intero è l’educazione. La pedagogia gli fa un baffo, della neuropsichiatria infantile non sanno che farsene, e se la Montessori fosse ancora tra noi le darebbero qualche lezioncina. Occhio però perché siamo in un campo minato di brutte figure, un bagno di umiltà genitoriale in questo caso sarebbe quanto mai necessario. Così se anzi che vantarvi dei complimenti ricevuti in ristorante per l’educazione di vostro figlio ostentate indifferenza per le sue doti, nel momento in cui a tavola mollerà un rutto da farvi bionde non ci rimarrete male.  E sì, alla fine tanto sono proprio loro, le dolci creature, a sbatterci in faccia la realtà. Evitiamo di affermare compiaciute che nostra figlia non protesta per lavarsi i denti, se poi quando sorride al posto dei denti ha un Bartezzaghi. Non possiamo gloriarci che il nostro orgoglio di primogenito non sarebbe capace di fare male a una mosca, se prima che finiamo la frase il primogenito in questione ha tramortito il fratellino con un pugno che nemmeno Bud Spencer. Non mentite affermando che vostro figlio ha letto tutto Dante a 4 anni, se poi dice “se io avrei”. Care prime della classe, mamme di figli primi della classe, rimaniamo umili, che non si vince nulla. Ma soprattutto, voi ostentatrici di perfezione, da dove traete l’incrollabile certezza che quando in gruppo prendete in giro una che ostenta perfezione, a vostra volta non sarete oggetto delle stesse prese in giro?

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