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Cinque consigli per scoprire la bellezza secondo lo scrittore Francesco Rossi

Francesco Rossi, scrittore ventiseienne di Rieti, ha scritto un libro che aiuta a scoprire la bellezza. Si chiama, appunto, “La bellezza di cui hai bisogno” e non è un romanzo né un saggio e nemmeno un diario. È una raccolta di esperienze di vita, piccoli pezzetti di esistenza che si legano l’uno all’altro e che guidano in un percorso di consapevolezza.

Ma cos’è la bellezza? Come ci si arriva? Ecco i cinque consigli di Francesco Rossi.

1. RICORDARSI CHE SI È UNICI

In questo libro io mi faccio portatore di bellezza, per bellezza si intende la dotazione che ci è stata donata da qualcuno che io chiamo Dio nel mio libro ma ciascuno di noi può dare una definizione in base alle proprie esperienze. Non solo dobbiamo capirla a fondo, ma dobbiamo anche donarla agli altri. Ognuno di noi deve essere unico, rendersi unico. Una delle frasi principali del libro, che io riporto anche nel retro del libro, parla proprio di unicità. Nello specifico, mi piace sottolineare che, se tu non sei l’inizio di qualcosa di unico, hai perso un’occasione. Ogni individuo è un essere speciale, unico, votato alla bellezza. Basti pensare alle mani, nessuno ha le stesse impronte digitali. Ecco, tutti devono lasciare un’impronta diversa. Se non lo si fa, si sceglie la bruttezza, l’incompiutezza. Bisogna quindi, come primo passaggio, guardarsi dentro. Cosa abbiamo di unico? Come posso donarlo agli altri?

2. TROVARE QUALCUNO CHE DONI BELLEZZA

Abbiamo la necessità dello sguardo di qualcuno che ci doni bellezza, questo è chiaro. Citando il mio libro, potrei dire: «Chi ha vocazione crea bellezza». È successo con me, con la mia maestra delle elementari che non c’è più. Lei aveva notato la mia capacità nello scrivere ed è stata la prima che mi ha detto che ero bravo, che stavo facendo qualcosa di bello. Tutti noi abbiamo bisogno di uno sguardo che ci dice che siamo belli. Un po’ come quando ci innamoriamo, no? Proprio questo è il bello dell’amore, no? Io che do all’altro quello di cui ho bisogno.

3. FARSI PORTATORI DI BELLEZZA

Bisogna scegliere di diventare portatori di bellezza. Bene, bisogna dirsi, ho trovato la mia bellezza, qualcuno me l’ha fatta capire, io l’ho compresa, ora devo farmi portatore di questo messaggio. Nel mondo, comunque, basta guardare la natura. Tutto si compie, ha un ciclo completo. Estate-inverno, notte-giorno. Allora cosa è qualcosa di brutto? Brutto significa interrotto. Noi fondamentalmente ci innamoriamo di ciò che è compiuto, del bello. C’è già il principio che esiste, noi dobbiamo solo portarlo a compimento. Per donare agli altri la nostra bellezza dobbiamo semplicemente portare ciò che è incompiuto a compimento. Un po’ come quando siamo adolescenti:

4. DARSI AGLI ALTRI

È proprio in amore e in amicizia che ci si dona completamente agli altri, ed è allora che si esprime il famoso sguardo di bellezza. Quando ci innamoriamo diciamo tutto, ci liberiamo delle scorie che abbiamo dentro, quasi ci comportiamo come se stessimo parlando con noi stessi. Così si fa anche con gli amici. Dobbiamo, per trovare la bellezza, donarci completamente sia in amore che in amicizia. La parola stessa “Compagnia” deriva dal latino “cum+panis”. Io dono agli altri il pane. In fondo, la vita è tutta un filo, siamo tutti legati. Nel mio libro racchiudo anche esperienze personali, per esempio parlo spesso di persone che hanno perso tutto e che si sono ritrovate nude di fronte alla realtà. È proprio lì che hanno ritrovato la loro unicità per donarla agli altri. La bellezza è, per esempio, il sorriso che mi ha donato una persona malata, nonostante tutta la sofferenza. Questa è la bellezza del mondo, questa è la bellezza di compiersi per gli altri.

5. VIVERE ANCHE LA FRAGILITÀ

Non dobbiamo dimenticare i momenti difficili, i momenti bui. Questo è molto importante. Stiamo costantemente allontanando la fragilità dalle nostre vite, ci mostriamo belli, puliti e corretti sui social. Iniziamo una corsa verso qualcosa di indefinito, verso una strada che non sappiamo dove porti. Quando la sera torniamo a casa, le lacrime ci bagnano il viso. Ma frasi vedere fragili dagli altri non è negativo. Ci si spezza – come ricorda l’etimologia della parola “fragile” – ma non si finisce di esistere: io ad esempio mi spezzo e mi dono agli altri, proprio come il pane di Gesù. La fragilità è bellezza, è condivisione.

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