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(VIDEO) “Arzana, il paese di Attilio Cubeddu, un paese abituato a tacere”. In Ogliastra imperversa la polemica sul servizio del Tg2

Tre giorni fa, il 12 marzo è morto Giuseppe Soffiantini, l’imprenditore lombardo che nel 1997 fu sequestrato dall’Anonima sarda. Per quel sequestro uno dei ricercati è Attilio Cubeddu, latitante da più di 20 anni.

L’inviata del Tg2 Francesca Romana Elisei è andata ad Arzana, per chiedere agli arzanesi del compaesano Attilio Cubeddu. Le risposte – oggettivamente un misto di omertà, ritrosìa e orgoglio – non sono state tenere nei confronti della giornalista. «Bravo. Un libero cittadino» dice un signore intervistato a bordo della sua auto. «No, non lo direi, non sono fatti che mi interessano» così un altro signore arzanese alla domanda «Se sapesse dov’è Attilio Cubeddu lo direbbe ai carabinieri?».

Ciò che però ha fatto indignare gli abitanti del paese ogliastrino è che Arzana viene dipinta come il paese di un bandito responsabile di fatti che risalgono a più di 20 anni fa, secondo uno “schema” molto discutibile che riduce migliaia di onesti cittadini e lavoratori a semplici compaesani di un bandito e il loro paese – automaticamente – a un paese di banditi.

Emblematico il commento di una donna in coda al video pubblicato sulla pagina Facebook del Tg2: «Sono decenni che questo paese sforna giovani eccellenze (fatevi una ricerca su taluni giovani che studiano all’estero o in programmi di ricerca in Italia e vedrete), ha una produzione enogastronomica invidiabile, vanta nel suo territorio specie di flora e fauna uniche nel suo genere, la punta più alta della Sardegna e il nuraghe più alto nella regione, è uno dei paesi con il tasso di centenari più elevato al mondo… e voi altro non riuscite a dire se non che è “un paese abituato a tacere“. Ma non vi vergognate?».

 

Sul servizio è intervenuto anche il primo cittadino di Arzana Marco Melis: «Rappresento il malumore e il disappunto di tutta la comunità arzanese, in pochi minuti si è distrutto il lavoro fatto in questi anni, un lavoro teso a dare un taglio col passato – ha spiegato il sindaco – stiamo tendando attraverso le istituzioni, le associazioni, la scuola, di attuare un cambiamento, siamo stati dipinti invece quasi come dei banditi, Arzana è una comunità che lavora per essere a tutti gli effetti una società civile.» Marco Melis pensa anche alla famiglia di Cubeddu: «dietro questi fatti c’è una famiglia, ci sono dei figli che stanno pagando un prezzo salato gli errori del padre, la famiglia ha sempre lavorato onestamente e hanno dimostrato di essere persone per bene, non si può cancellare la storia, ma la storia ci insegna che si può cambiare, vogliamo stare lontani da questo tipo di accanimento.»

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