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Festa delle donne: a Lanusei si ricorda Suor Giuseppina Demuro. 40 anni al servizio del prossimo

 

Cuore d’oro e coraggio da leone” è così che alcuni definisco Suor Giuseppina. Classe 1903 (secondo alcuni atti 1902), la religiosa, al secolo Rosa Demuro, nacque a Lanusei. Presi i voti a soli vent’anni entrò a far parte delle figlie della carità di Cagliari, ma il il suo temperamento determinato e profondamente umano, le fece guadagnare un posto nelle carceri di Torino. Le stesse in cui poi, durante la guerra, i nazisti aprirono un loro braccio, in cui finivano prigionieri politici destinati, prima o poi, alla morte.

Coraggio e grande umanità furono ciò che permise alla suora di salvare tante vite, sottraendole con continui escamotage a un destino infausto.

A ricordarla in seminario, nell’annuale appuntamento del CIF, da quest’anno sotto la presidenza di Ester Prevedello, relatori appassionati e preparati. Coordinati dalla giornalista Susi Ronchi hanno raccontato di lei Tonino Loddo, esperto di storia, Suor Adele Bellotti, dell’ordine delle figlie della Carità, e il professor Tagliente, direttore del museo delle carceri in cui operò la suora e presidente dell’associazione “Nessun uomo è un’isola”.

Anche Chiara Appendino, sindaco di Torino, ha voluto rendere omaggio a questa figura, attraverso una lettera inviata ai relatori. Ma la grande sorpresa, preannunciata e svelata solo alla fine, è stata la presenza di Adriana Cantore, salvata dalla suora all’età di tredici mesi. La signora Adriana, commossa, ha raccontato al pubblico quanto deve a quella donna che, non si sa neanche bene come, trovò il modo di farla uscire dal carcere in cui era stata chiusa con la madre, nascondendole un biglietto nei vestiti affinché, una volta fuori, fosse messa in salvo da persone fidate.

Per questo, e tanti altri gesti, Suor Giuseppina è oggi in lista per essere annoverata tra i “Giusti fra le Nazioni“, riconoscimento conferito da Israele ai non ebrei che hanno salvato anche solo una vita durante la Shoah.

In onore di questa grande donna, il classico premio donna dell’anno non poteva che andare quindi alle volontarie di Lanusei che prestano servizio in carcere, e alla Signora Cantore.

Insieme al padrone di casa, il Vescovo Monsignor Mura, hanno portato il loro saluto anche il sindaco di Lanusei Davide Burchi, quello di Ilbono e Presidente dell’Unione dei Comuni Andrea Piroddi, e quello di Arzana Marco Melis. I tre primi cittadini hanno firmato una delibera con cui l’Unione dei Comuni dedica il centro Antiviolenza a Suor Giuseppina, e hanno consegnato una pergamena dedicata al Prof. Tagliente. A guerra finita, infatti, Suor Giuseppina fondò la Casa del Cuore, una delle prime case protette per donne reduci dal carcere.

La serata è stata arricchita da alcuni passi sulla vita della suora letti da Aurora Dei, con sottofondo musicale di Andrea Arzu e Davide Colli (chitarre) e da Luca Galli, allievo della Scuola Civica di Musica, al pianoforte.

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