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Il viaggio del giornalista Claude Schmitt in Sardegna nel ’75 e il libro “Sardegna, nel cuore”

 

È l’estate del 1975 quando Claude Schmitt, giornalista e scrittore francese, gira in lungo e in largo la nostra isola. Da questo viaggio, nasce il suo libro “Sardaigne au coeur” (Sardegna, nel cuore). Da un lato, dice Schmitt, questo titolo testimonia l’affetto che ha sentito per l’isola e per i suoi abitanti, dall’altro il fatto che si sia addentrato nell’interno dell’isola, nei suoi meandri più profondi. Il libro è dedicato ai sardi.

Schmitt percorre l’isola a piedi, in treno, in autobus, perennemente alla ricerca di luoghi insoliti. Gli itinerari soliti a lui non interessano, è molto più preso da ciò che nessuno cerca, ciò che nessuno vuole vedere, ciò che rimane nascosto e appartato. Vuole toccare con mano quei posti che non sono spesso visitati, vuole perdersi in viste non contemplate, i paesaggi non celebri. È questo, che ama Schmitt. Scoprire il cuore, appunto, di un’isola che lo strega, che lo affascina, che lo rapisce.

Schmitt guarda ai sardi di allora con affetto, con simpatia. Il suo interesse è quello di descrivere l’unione tra un mondo antico, incontaminato, arcaico – che ancora lui trova nel suo percorso – e gli elementi di progresso e di novità. È interessato a cultura e ad aspetti antropologici.

Questo libro, pubblicato in Francia, ha vinto nel 1976 il Premio Sardegna di giornalismo, sezione stampa estera.

Tratto da “Sardegna, nel cuore” di Claude Schmitt (passaggio relativo alla città di Oristano):

«Dalla finestra la piazza Roma si offre in tutta la sua estensione, con le sue fredde panchine di falso marmo e i suoi alberi frementi. Sulla destra, l’alta torre San Cristoforo, vestigio del XIII secolo, cela nelle sue ombre alcune gelaterie. Il corso Umberto, strada senza marciapiedi chiusa agli autoveicoli, convoglia i pedoni verso piazza Eleonora D’Arborea: al centro della piazza una statua della donna che le dà il nome, ai lati il palazzo di giustizia. A sera, sarà nera di gente, invasa di giovani che domani daranno vita a una grande manifestazione per il primo anniversario dell’elevazione della loro città a capoluogo di provincia. Qui attorno ci sono caffè affollati, negozi di lusso, la polizia… Aldilà le vie si svuotano presto, salvo nella direzione della stazione, via Mazzini, piazza Mariano, via Veneto. Molte chiese di epoche differenti, tra cui una cattedrale molto bella dall’esterno – campanile, sagrato –, molto barocca all’interno: si direbbe un piccolo Vaticano.»

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