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L’11 gennaio 1999 moriva Fabrizio De Andrè, il cantautore-poeta innamorato della Sardegna

Ricoverato all’Istituto dei Tumori di Milano, alle 2.30 dell’11 gennaio 1999 veniva a mancare all’età di 59 anni il cantautore genovese Fabrizio De André, conosciuto anche come ‘Faber il poeta’ per le sue canzoni che, potevano piacere o meno, erano vere e proprie poesie.

Fu talmente amato dagli italiani che ai funerali, tenutisi nella sua Genova, parteciparono oltre 10mila persone da tutta Italia. Furono migliaia i sardi che lo piansero poiché l’autore de ‘La Canzone di Marinella’ , che esordì nel lontano 1961, fu legato anima e cuore alla Sardegna sia prima che dopo il suo sequestro assieme alla moglie Dori Ghezzi ad opera dell’Anonima Sarda la sera del 27 agosto 1979.

La coppia fu tenuta prigioniera nelle pendici del Monte Lerno presso Pattada, per essere liberata dopo quattro mesi (Dori fu liberata il 21 dicembre alle undici di sera, Fabrizio il 22 alle due di notte, tre ore dopo), dietro il versamento del riscatto, di circa 550 milioni di lire, in buona parte pagato dal padre Giuseppe. Intervistato all’indomani della liberazione (il 23 dicembre in casa del fratello Mauro) , De André tracciò un racconto pacato dell’esperienza : «Ci consentivano, a volte, di rimanere a lungo slegati e senza bende», ed ebbe persino parole di pietà per i suoi carcerieri:«Noi ne siamo venuti fuori, mentre loro non potranno farlo mai».

Le allusioni all’esperienza del sequestro furono tutte nella canzone “Hotel Supramonte” (nome in codice usato dai banditi, anche se non si trovavano in quella zona): <<Grazie al cielo ho una bocca per bere e non è facile…E un invito all’Hotel Supramonte dove ho visto la neve…E ora siedo sul letto del bosco che ormai ha il tuo nome …Ora il tempo è un signore distratto è un bambino che dorme … Ma se ti svegli e hai ancora paura ridammi la mano …Cosa importa se sono caduto se sono lontano …Perché domani sarà un giorno lungo e senza parole …Perché domani sarà un giorno incerto di nuvole e sole…>>. Il brano fu interpretato magistralmente dalla voce di Andrea Parodi dei Tazenda all’Anfiteatro Romano di Cagliari.

<<Nato al mare, trasferito in montagna dove ho trascorso buona parte della mia infanzia, era quasi fatale che questi due amori convivessero nei miei desideri e nella mia fantasia. Ecco il motivo di una scelta di vita,la Sardegna, dove terra e mare convivono quasi cuciti da uno stesso destino>>. Queste furono le parole di De André per spiegare il suo amore per la nostra isola, dove si stabilì con Dori Ghezzi nella seconda metà degli anni Settanta in previsione della nascita della figlia  Luisa Vittoria. Andarono a vivere nella tenuta dell’Agnata, in agro di Tempio Pausania, dove aprirono anche un agriturismo, tuttora esistente e aperto alle prenotazioni. È gestito dal figlio Cristiano.

I sardi sono sempre stati grati a Fabrizio, sopratutto dopo le parole da lui pronunciate : <<La vita in Sardegna è forse la migliore che un uomo possa augurarsi: ventiquattro mila chilometri di foreste, di campagne, di coste immerse in un mare miracoloso dovrebbero coincidere con quello che io consiglierei al buon Dio di regalarci come Paradiso>>.

 

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