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Operazione “Diablo” ad Arzana, i dettagli della conferenza stampa

Un tentativo di fuga andato male, quello che nelle prime ore del mattino hanno tentato i membri di quella che sembra essere a tutti gli effetti un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di armi. Ad inseguirli sui tetti del centro ogliastrino il personale dell’operazione interforze denominata “Diablo”, in cui hanno collaborato Carabinieri, Polizia, Corpo Forestale della Sardegna e i militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori CC Sardegna.

Stamattina, presso la Procura Generale di Lanusei, il Procuratore Capo Biagio Mazzeo e le forze dell’ordine coinvolte, hanno chiarito in conferenza stampa i dettagli delle operazioni.

La rete, con fulcro ad Arzana ma ben inserita nel tessuto ogliastrino, è in realtà stata individuata nell’ambito di intercettazioni svolte per un’altra inchiesta. È stato così che gli inquirenti hanno scoperto che il gruppo procurava, deteneva e cedeva armi civili e da guerra, tra queste anche un kalashnikov, e materiale esplosivo di vario genere. Diverse armi, con contrassegni abrasi, sono state trovate nascoste nel territorio di Arzana.

Dagli accertamenti eseguiti si è risaliti anche a un ingente furto di armi avvenuto nel dicembre 2014 a Lanusei presso l’abitazione dell’Avvocato Contini e di suo fratello, nel quale sarebbe coinvolto uno dei quattro arrestati oggi in flagranza di reato.
Tra i quattro arrestati (Vincenzo Beniamino Marongiu, Nicolò Piras, Federico Luigi Laisceddu e Stefano Marongiu), sembra essere emersa una rete criminosa stabile e orientata una serie di reati ancora da compiere.
“Marongiu Beniamino -ha dichiarato il Procuratore Mazzeo– arrestato di recente per questioni legate agli stupefacenti, continuava a parlare al telefono di armi da nascondere.”

Ad allarmare la Procura, oltre ovviamente ai reati, c’è stata anche la percezione di un notevole astio nei confronti di forze armate e Procura, che avrebbero potuto ostacolare il lavoro dei malviventi, e quello nei confronti di un concittadino.

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