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Senso di comunità, cooperazione, territorio. Come riappropriarci dell’anno che viene

Si potesse misurare la densità di aspettative e desideri, le lancette dello strumento immaginario deputato in questo periodo dell’anno probabilmente impazzirebbero. Un anno esce di scena, entra quello nuovo e nel ciclo delle cose umane torna il tempo dei bilanci e delle prospettive.

La nostra Redazione si occupa, come ben sa chi ci legge, della nostra realtà ogliastrina, dinamica ma un po’ appartata. Eppure l’anno che sta per terminare è stato, senza dubbio, latore di sconvolgimenti difficilmente pronosticabili, e a più livelli.

Pensiamo come, a livello geopolitico, si è aperto: con l’insediamento di Donald Trump, un presidente degli Stati Uniti distante nei modi e nella prassi da ogni suo predecessore, una vera e propria matta, imprevedibile, nel mazzo dei rapporti internazionali. Di contro, con pacifica ma energica contrapposizione, il Congresso di ottobre, il Partito Comunista ha dettato le linee guida per il ritorno in scena del Dragone.

A livello nazionale, l’inizio del 2017 è stato segnato dal fallimento del progetto politico di Matteo Renzi e dalla calma normalizzazione del governo Gentiloni. Il panorama italiano è scandito sempre più dall’acuirsi della temperie di diffuso odio politico, sintomo di un paese diviso in blocchi contrapposti. La situazione non migliorerà a breve: le Camere sono appena state sciolte e ci avviamo a una campagna elettorale che, sino alla scadenza del 4 marzo, sarà sempre più sanguinosa a livello comunicativo. Il 2017 è anche stato l’anno in cui, dopo la più timida ripresa del 2016, il Pil ha, per la prima volta, iniziato a risalire percettibilmente. In tutto questo, è successo anche ciò che non ci si aspettava potesse mai capitare: la Nazionale non andrà ai Mondiali.

Anche per la nostra Ogliastra è stato un anno denso di avvenimenti. Senza dubbio tutti ricorderemo negli anni il passaggio del Giro d’Italia: evento che ha canalizzato sforzi ed energie degli ogliastrini in una maniera che non pare abbia precedenti.

Volendo cercare un parallelo lo troveremmo nell’altra grande notizia del 2017 ogliastrino, la grande mobilitazione, purtroppo meno festosa, contro il depauperamento dei presidi territoriali. Poche situazioni hanno visto la popolazione ogliastrina remare in sola direzione, amministratori e cittadini, come la difesa dell’Ospedale e del Tribunale di Lanusei. Un impegno che si è concretizzato anche in grandi iniziative di piazza, come il corteo del 2 settembre scorso, a Lanusei, organizzato dal comitato «Giù le mani dall’Ogliastra».

Abbiamo poi potuto assistere a vere e proprie imprese sportive, sentitissime sul territorio, come la prima stagione del Lanusei in serie D e la cavalcata che ha permesso al Tortolì di seguirlo a ruota.

Questa breve scorsa, di necessità sommaria, restituisce l’immagine di un anno vissuto in maniera intensa, nel bene e nel male. Se qualcosa possiamo voler serbare dell’anno appena passato dovrà essere proprio la riscoperta di un ‘noi’ e di una passione comune per la politica attiva, fatta dal basso. Questa riscoperta non può che passare dalla comprensione comune delle necessità del territorio, e solo da ciò si può ripartire nel 2018. Le lotte per i presidi, le numerose iniziative imprenditoriali basate sul concetto di sostenibilità, i tentativi di comporre un sistema economico integrato per tutta l’Ogliastra che sposi comparti diversi, possono derivare solo da questo percorso di politica attiva, e sarebbero senza dubbio il miglior frutto dell’anno venturo.

Se qualcosa ci possiamo augurare a poche ore dall’anno nuovo è una normalizzazione di tutti gli aspetti che hanno reso turbolento quello appena passato: una diminuzione delle occasioni di conflitto, un ritorno alla politica partecipata senza strilli, la rinascita del sentirsi parte di un collettivo.

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