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Peste suina. Abbattuti in Barbagia più di 200 capi. La Regione: “Sì al dialogo, ma rispettando le leggi”

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Sono 235 i maiali al pascolo brado illegale, non registrati, di ignota proprietà e privi quindi di controlli sanitari, abbattuti questa mattina fra le campagne di Desulo e Orgosolo dall’Unità di Progetto (UdP) per l’eradicazione della Peste suina africana in Sardegna. Nello specifico sono stati depopolati 200 capi a Orgosolo, in località Pradu-Montes, e 35 a Desulo, in località Girgini.

L’intervento, a cui hanno partecipato personale dell’ATS, del Corpo forestale e di Vigilanza ambientale, dell’Agenzia Forestas e dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale, è stato condotto dall’UdP in stretto e costante coordinamento con la Prefettura e la Questura di Nuoro e le forze di polizia nazionali. Durante le operazioni ci sono stati dei rallentamenti, di cui l’UdP si scusa, all’ordinario svolgimento delle attività di alcuni allevatori che lavorano nelle zone interessate o limitrofe agli abbattimenti. Sul piano dell’ordine pubblico non si sono tuttavia verificati problemi.

«La disponibilità al dialogo da parte della Regione non è mai venuta meno e in questi ultimi tre anni si è lavorato per garantire tutte le migliori condizioni per la regolarizzazione e l’emersione degli allevatori illegali. Primo grande passo, ma non unico, la finestra temporale fra marzo e novembre 2015 dove si potevano sanare le condizioni di irregolarità senza incorrere nelle sanzioni. In quell’occasione 450 soggetti, di cui 270 nel solo nuorese, hanno iniziato a lavorare alla luce del sole e nel rispetto delle regole. Scaduti i termini del 30 novembre 2015 è rientrata in vigore la norma nazionale che prevedeva una sanzione da 10 mila euro per gli allevamenti non a norma.

L’assessorato della Sanità ha trattato a lungo con il Ministero della Salute ed è riuscito a strappare, attraverso il cosiddetto principio del ‘Ravvedimento operoso‘ la riduzione della multa che è passata da 10 mila a 400 euro per tutti coloro che abbandonando le vecchie pratiche hanno deciso di allevare in legalità. Sono state poi aumentate le estensioni delle superfici dove poter allevare in semi brado nelle zone rosse infette dal virus, raggiungendo i 10 ettari». Lo ha detto il responsabile dell’UdP e direttore generale della presidenza della Regione, Alessandro De Martini, che ha quindi aggiunto: «Il dialogo con i territori è sempre aperto a patto che lo si conduca all’interno del rispetto del quadro normativo. Sarebbe impensabile chiedere l’osservanza delle leggi sulle buone pratiche dell’allevamento e delle prescrizioni igienico sanitarie a oltre 10 mila allevatori regolari e andare in deroga con poche centinaia di soggetti che hanno deciso di condannare alla decrescita un intero comparto produttivo che potrebbe, al contrario, creare migliaia di nuovi posti di lavoro con decine di milioni di euro di fatturato. La Regione starà sempre a fianco degli imprenditori onesti che con fatica si impegnano ogni giorno per rispettare le leggi. Un ringraziamento particolare va inoltre a tutti gli uomini che da anni, e ancora oggi, operano per la buona riuscita del piano di eradicazione della PSA».

Dai prelievi effettuati negli abbattimenti dell’8 dicembre, ad Arzana, Desulo e Orgosolo, e poi del 15 dicembre a Villagrande Strisaili emerge un quadro allarmante sulla presenza della malattia nei maiali allo stato brado illegale che abitano quei territori. Nel primo intervento, oltre il 76% dei capi analizzati dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale erano risultati sieropositivi alla PSA, con punte che superavano l’80% a Desulo. Ancora più preoccupante il bilancio dei suini abbattuti a Villagrande, dove il 100% dei campioni è risultato sieropositivo.

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