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Gisella Rubiu, nei suoi tre libri è raccontata la ricchezza della sua terra

Gisella Rubiu

Gisella Rubiu, una vita intera dedicata ai ragazzi (è stata dapprima insegnante e poi dirigente scolastica), si è riscoperta negli ultimi anni anche scrittrice. Ha all’attivo tre libri, medita sul quarto. In essi racconta il nostro passato affinché esso possa essere d’aiuto al nostro presente. Questi testi sono d’ispirazione per chiunque voglia immergersi in quello che è il tempo che fu.

“A cent’annos e cun bona salude” spiega le abitudini alimentari di Villagrande e dell’Ogliastra intera. “Longevità” analizza lo stile di vita dei centenari, per capirne il segreto, quello stesso segreto che tutto il mondo tenta di carpire. In “Donne Sarde”, in primo luogo è raccontata la figura femminile, ma il libro si spinge oltre, raccontando anche del cibo come strumento di convivialità. È stato presentato anche a Torino, al Circolo dei sardi.

 

 

«Non è questione di matriarcato. È qualcosa che va oltre e che supera gli stereotipi antropologici cui siamo abituati. Perché sono donne che sanno vivere dimensioni dell’esistenza molteplici e complementari» scrive Tonino Loddo nella sua presentazione.

Villagrande detiene il primato di longevità maschile, e Gisella Rubiu prova a descrivere la vita semplice, condita da fatica ma piena di sane abitudini, che ha portato i nostri anziani a vivere a lungo e – appunto – in buona salute.

Gisella, ci può raccontare come è nata l’idea di scrivere della nostra terra, delle abitudini alimentari presenti, dei modelli di comportamento?

L’ idea dei miei libri è nata in seguito a un convegno che si era svolto a Villagrande, all’hotel Orlando su “La longevità in Ogliastra” organizzato da docenti della comunità scientifica dell’Università di Sassari. Erano presenti il dott. Gianni Pes, il dott. Arrigo e il dott. F. Tolu. Per la prima volta avevo sentito parlare di “Zone Blu” a forte caratterizzazione di longevità, nelle quali era compresa la zona dell’Ogliastra. In tale ambito, al primo posto veniva menzionata Villagrande, per il primato di longevità maschile, poi Arzana, Talana, Urzulei. Per l’occasione, mi avevano colpito i dati sulla teoria epigenetica secondo cui la longevità, per il 75% dipende dall’ambiente, dall’alimentazione, dallo stile di vita delle persone, mentre per il 25% dipende dal fattore genetico.

Come Dirigente Scolastico dell’Istituto comprensivo di Villagrande non potevo ignorare l’importanza del convegno per la scuola. Mi era apparso imprescindibile informare alunni, insegnanti e genitori del valore del convegno per la sottolineatura dell’importanza di tutelare l’ambiente, le sane abitudini alimentari e un corretto stile di vita per vivere più a lungo e in salute. Ne era conseguita la nascita di un progetto scolastico, per verificare, attraverso questionari, se i nostri alunni tendessero a discostarsi dalle sane abitudini alimentari dei nonni e dei bisnonni. L’indagine era andata a buon punto, considerando che non si erano riscontrati casi di obesità.

Tramite la Casa Editrice Taphros, nel 2014, c’era stata la pubblicazione del progetto e conseguentemente del libro “A Cent’Annos“. Erano state stampate tante copie quante ne servivano per ogni famiglia di appartenenza degli alunni. Lo scopo del libro è infatti quello di informare di quanto sia importante vivere con uno stile di vita corretto, con una alimentazione sana e in un ambiente pulito, per favorire la longevità. La ricerca sulla longevità è stata la principale fonte di ispirazione. Nel 2015 ho scritto e pubblicato il libro “Longevità. Lo stile di vita dei centenari” e nel 2016 “Donne Sarde Sensibilità primitive”, sempre con lo stesso editore.

Può raccontarci come è avvenuto il procedimento di stesura dei suoi libri? Come ha reperito le informazioni necessarie?

Il procedimento di stesura dei libri è nato da un’esigenza impellente di indagare sul passato del mio vissuto nella comunità che mi appartiene, Villagrande, con lo scopo di capire, personalmente, la motivazione della longevità in riferimento allo stile di vita di cui parlavano i ricercatori. Volevo solo indagare con il pensiero, ma mentre pensavo, annotavo per iscritto azioni ed emozioni, valori e comportamenti rilevanti e per me importanti, fra gli adulti e gli anziani del passato. Da questo tuffo nel passato sono nati i miei libri, con un senso di prorompente entusiasmo, per la gioia che mi dava ricordare azioni ed emozioni di una infanzia felice vissuta tra coetanei, familiari, parenti, adulti e conoscenti. Sentivo che lo scrivere faceva venir fuori visioni ed esperienze di bellezza, giustizia e sapienza che diventavano un mezzo di conoscenza e un esempio di profonda saggezza da rivivere personalmente e da comunicare ai giovani di oggi, troppo presi dalle novità tecnologiche e troppo distratti rispetto agli importanti valori della vita.

 

È stato facile immergersi in argomenti così cari?
È stato facile e bello immergermi in questi argomenti perché l’immersione è avvenuta in modo spontaneo, senza secondi fini, senza la consapevolezza di pubblicare libri. È stato facile perché progressivamente mi sentivo appassionata e ricca di ricordi legati ad azioni ed emozioni. Più richiamavo il vissuto e più mi apparivano visioni e sensazioni di tenerezza per gli anziani che alimentavano in me una forte spinta per esaltarli. Rivivere da adulta i ricordi del passato, ti fa tornare al presente arricchita di positività, di visioni di persone intessute di valori, importanti per vivere bene in una comunità. Ho rivissuto valori, oggi in decadenza, in molti casi, la solidarietà, il rispetto, la comprensione e l’empatia. Purtroppo prevale la tendenza, da parte dei giovani e in parte degli adulti, a preferire gli strumenti della tecnologia, anziché le persone, per comunicare e far prevalere il bene della comunità.

È soddisfatta dei risultati?

Sono soddisfatta dei risultati perché ho fatto tre pubblicazioni che mi hanno dato l’opportunità di celebrare la longevità che i villagrandesi, gli ogliastrini e i sardi ci hanno lasciato in eredità. Ho potuto così comunicare importanti insegnamenti legati a una sana alimentazione per vivere in salute, a un corretto stile di vita per vivere possibilmente sereni in una comunità civile, a un rispetto più accurato e a una difesa delle biodiversità nell’ambiente in cui viviamo, seguendo la tradizione e il nuovo che avanza.

A quale dei suoi libri è più affezionata?

Sono più affezionata al libro “Longevità” perché è stato il mio primo specchio dell’ anima che mi ha condotto a sentirmi incoraggiata a scrivere. Confesso che, nel corso della mia vita, non ho mai pensato che potessi mettermi a scrivere. Poi ho sentito come una forza interiore che mi portava a uscire dal buio verso la luce, mai separata dall’etica e dai valori. Non so se si tratti di una questione di età, ma non riesco a concepire l’arte separata dall’etica, pur trovandomi a descrivere ciò che può essere brutto, negativo o violento.

Parliamo di “Donne Sarde. Sensibilità primitive”. Cosa può dirci riguardo la figura femminile?

Ripercorrendo le tappe del mio vissuto, ho potuto cogliere la forte influenza delle donne nel determinare la longevità. È nato così “Donne Sarde. Sensibilità primitive”, un libro diviso in tre parti: la parte letteraria, la parte scientifica e una terza parte dove sono raccolte le ricette dagli antichi sapori dei paesi dell’Ogliastra, la prova lampante che le donne hanno saputo conservare le tradizioni millenarie, trasmetterle e innovarle senza trascurare importanti valori del mondo contadino e pastorale, garanti della buona convivenza in famiglia e in società, come comunicazione, ascolto e concordia.

Può regalare ai lettori una citazione presa dalle sue opere?

Mi va di fare una citazione proprio dal libro “Longevità”, legata ai sogni e alle attese:
“Veniva attribuita una certa importanza al vivere di sogni e di attese lungo il corso dell’intero anno. Sia per i bambini, sia per i giovani e gli adulti, l’anno veniva scandito non solo in quattro stagioni, nel corso delle quali venivano garantite le attività produttive…, ma anche in sequenze di eventi festivi che portavano a incontri gioiosi, giocosi e improntati ai rapporti tra persone appartenenti alla stessa comunità”.

Ha in mente qualche altro progetto?

Sto scrivendo avendo in mente una quadrilogia di libri sull’argomento della longevità dei Sardi.

Lei ha dedicato la vita all’insegnamento. È stata anche Dirigente scolastico. Le manca il contatto quotidiano con i ragazzi? C’è un insegnamento in particolare che ha impartito e che vorrebbe che non dimenticassero mai i suoi ex alunni?

Tra gli insegnamenti impartiti come docente e come dirigente scolastica, non ho mai trascurato l’importanza di incoraggiare i ragazzi a credere in se stessi, chiarendo loro che “Volere è potere”. Un altro insegnamento è che la scuola non si frequenta per imparare un mestiere o per accumulare conoscenze, ma per istruirsi, per diventare migliori come persone e cittadini, in grado di acquisire capacità di apprendere e di imparare con senso critico. Poi, chi riuscirà a studiare con passione, sarà anche un ottimo professionista.

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