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Calcio. L’avventura di mister Roberto Brandino, da Tertenia agli Emirati Arabi

Roberto Brandino, cinquantenne di Tertenia, coltiva da sempre una forte passione per il calcio, un amore incondizionato  che l’ha portato lontano dall’Italia, fino agli Emirati Arabi.

La sua carriera è iniziata allenando nelle varie categorie, dalle giovanili ai dilettanti, tra cui il Tertenia in Prima categoria. Nel suo curriculum ha lavorato come osservatore per Empoli e Genoa; allenatore della Berretti e Allievi Nazionali della Villacidrese, quando i campidanesi militavano in serie C. Nel 2011 il corso a Coverciano per allenatore professionista Uefa A e qui nasce la voglia di Estero.

In questo momento per  Roberto si è aperta una piccola parentesi nell’avventura a Dubai come allenatore del KDFC (Konviction Dream Football Club), formazione del Campionato Nazionale Dilettanti. Dopo due mesi negli Emirati, si trova  momentaneamente  in Italia per problemi con il Visa Employement, il permesso di lavoro.

«In quanto società dilettante – spiega Brandino – non è in condizione di poter fare un contratto di lavoro per il Visa, a cui è legata un’assicurazione sanitaria. »
Sono comunque finora tante le soddisfazioni vissute dall’allenatore e dalla sua squadra: «siamo arrivati in semifinale di Coppa degli Emirati Arabi. Attendo di risolvere questa bega burocratica, poi magari potrò prendere in considerazione altre offerte. Mi hanno chiesto la disponibilità per una Prima Divisione in Jordan, una Seconda in Egitto. Qui il problema Visa non sussiste in quanto essendo appunto categorie professionali, possono fare un contratto di lavoro.»
Anche dalla Patria si è mosso qualcosa: «qualche offerta è arrivata anche dall’Italia, serie D in Campania – racconta Barandino- lo farei volentieri, portandomi dietro i ragazzi più forti che ho a Dubai.» 
Il mondo del calcio porta con sè anche alcune diversità: «la differenza con il calcio europeo e italiano non è confrontabile a livello qualitativo e organizzativo, però gli Emirati Arabi e Dubai possono vantare grandi strutture e stadi all’avanguardia»- dice l’allenatore- «si ha la voglia di rilanciare il movimento calcistico e investire su tecnici europei. Io ho messo in piedi una squadra di ragazzi selezionati tra almeno 150 giocatori del continente europeo, provenienti da 8- 9 Paesi diversi. Una squadra “da vertice” in qualsiasi D italiana senza dubbio. Ora spero di risolvere, magari trovando uno sponsor che stipuli il contratto, voglio completare il lavoro iniziato.»
«Purtroppo un infarto nel 2013 mi ha costretto a “frenare l’entusiasmo” e mi sono dovuto fermare. Ho sfruttato il tempo per creare una rete di contatti in tutti i continenti, sviluppata grazie alla mia seconda passione dopo il calcio, ossia le lingue. Parlo e scrivo in inglese e francese, ora mi sto dedicando allo spagnolo grazie anche  a mia figlia che si sta laureando in Spagna proprio in lingue.»

«Ora sono più motivato e determinato che mai. Voglio fare più esperienza possibile all’estero, esperienze affascinanti culturalmente e professionalmente conclude il mister globetrotter.

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