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Lanusei, si conclude la lunga deposizione dell’ispettore Sechi nell’ambito del processo per i veleni di Quirra

Ancora udienze per il processo Quirra. In aula, come avviene quasi di consueto, ci sono solo due (Ragazzon e Ricci) degli otto militari accusati di aver omesso le necessarie misure di sicurezza nelle aree del Poligono Interforze Sperimentale di Quirra e nel distaccamento di Capo San Lorenzo.

Tra la mole di documenti analizzati dagli ispettori già nel 2011, oltre a numeroso materiale fotografico e rilevazioni di dati sul campo, spunta anche la tesi di dottorato di una studentessa dell’Università di Cagliari che analizzò sangue e urine di un campione di abitanti dei comuni di Perdasdefogu e Jerzu.

L’ispettore Sechi, per la terza volta di seguito al banco dei testimoni, ha continuato a rispondere alle domande del PM Daniele Loi e del Procuratore Generale Biagio Mazzeo, dinnanzi al giudice Nicole Serra. Tra il materiale acquisito dall’ispettore Sechi all’epoca delle rilevazioni, e oggi al vaglio del tribunale, ci sono analisi riguardanti diversi tipi di munizioni, dei radar e dei materiali di bonifica. Oltre 5000 kg esplosi al giorno nel 2008, è solo un esempio tratto dalle schede acquisite dagli ispettori nel corso delle attività di acquisizione. “Per esempio, in un brillamento del 2011 erano stati inseriti nella tubatura 110 metri cubi di gas metano a zero gradi, quindi compresso -racconta l’ispettore Sechi rifacendosi ai documenti acquisiti- inserirono il gas nelle tubature per 16 giorni.”

L’audizione del teste si è conclusa, dopo oltre 6 ore, che si aggiungono alle circa 11 delle scorse udienze, con le domande dell’avvocato Chelo, legale della difesa.

Il processo riprenderà giovedì 30 novembre.

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