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Vistamusic. Pelle d’ebano e cuore sardo: Vhelade, una voce che incanta

Basta uno sguardo per innamorarsi di lei, della sua voce e della sua anima: lei è Vhelade e rappresenta quello di cui oggi, la Sardegna avrebbe veramente bisogno. Un connubio perfetto come solo chi ha il Dna dai tanti profumi e bandiere: un concentrato unico ed emozionante di tradizione e modernità, una bellezza da passerella e un’artista d’esperienza.

Vhelade ha mamma sarda e papà dello Zaire: «Entrambi i miei genitori sono artisti. Mio padre, TTB, è un musicista AfroRasta, cantautore e coreografo zairese che vive a Riccione, mia madre, Tischy Mura, sardissima artista polivalente, ha sviluppato la sua arte nel mondo della musica elettronica, è da sempre una dj, vocalist performer e sceneggiatrice di opere multimediali musicali e vive a Ibiza. Sono cresciuta in una famiglia artistica molto aperta ed eclettica, tra Milano, Cagliari, Rimini e il circo», racconta la cantante. «Oltre alla vita che conducevamo, i miei genitori mi hanno sempre spinto a interessarmi a diverse forme d’arte, come la danza, la musica e la recitazione. Ho avuto la fortuna di crescere con due artisti estremamente leali e liberi, molto amici, legati da una forte amore molto vicino alla fratellanza, ma separati, e crescere con queste due visioni ed esperienze di vita diverse mi ha trasmesso un forte senso di libertà e una dichiarata avversione per l’ipocrisia».

Una voglia di libertà unita al forte legame con le sue origini che Vhelade non riesce a tenere segreta e celata: il suo amore per la Sardegna è viscerale e torna prepotente in ogni sua creazione musicale, soprattutto nell’ultima fatica (è uscito a maggio, ndr), “Afrosarda”. «È un concept album che contiene 14 canzoni. Questo fantastico progetto durato due anni, nasce da un intenso lavoro di studio senza sosta, una ricerca maniacale di suoni, arrangiamenti e concetti fedeli alla mia filosofia e al mio messaggio. Nei tour in giro per il mondo ho avuto la fortuna di collaborare con eccellenti musicisti, che hanno regalato al disco un sapore aperto ed estremamente contaminato. AfroSarda è un viaggio vibrazionale, un messaggio d’amore e di speranza, un percorso musicale che spazia dal blues alla musica elettronica più minimale».

Afrosarda è una vera e propria dichiarazione d’amore alle due terre cui Vhelade appartiene e che, per certi versi, si somigliano, laddove sia la Sardegna che l’Africa rappresentano mondi lontani ma uniti nelle tradizioni secolari e ancestrali. «Afrosarda è anche il nome del brano che rende omaggio alle due anime del mio essere alle quali sono legata visceralmente, la Sardegna e lo Zaire. Con questa canzone ho cercato di fondere voci e suoni della tradizione sarda, con ritmiche e parole tribali bantu. Un mix di sonorità elettroniche ed acustiche combinate per rappresentare perfettamente il mio essere e il grande amore che provo per la mia Terra. Ho scelto di raccontare la grande forza sarda attraverso le tradizioni e i culti millenari. Dopo una bellissima ricerca nei luoghi più mistici, carichi di una fortissima energia, ho deciso di girare le scene del video alle tombe dei giganti di “Sa domu e s’orcu”, alle Domus de Janas, alle dune di Porto Pino e il nel mio paese d’origine, Samugheo, di cui ringrazio enormemente la Pro Loco e il gruppo etnico culturale “Mamutzones”. Con una grande forza energetica e sapori mistici, ho potuto realizzare questo video, un’esperienza incredibile che mi ha riportato all’origine e ridato la vita. Ho chiesto aiuto anche alla mia famiglia e infatti nel video partecipano mia madre, mio padre e mia nonna!».

Di una bellezza straordinaria, Vhelade in tutte le scene del video indossa il costume tradizionale di Samugheo: da festa, da sposa e da vedova, portando in alto la bandiera dei quattro mori con i suoi bellissimi e caratterizzati tratti somatici neri. «In modo particolare sono stata colpita dal costume da vedova, che rappresenta in qualche modo lo sciamanesimo femminile sardo che vede la donna come mediatrice, fattucchiera, vedova “accabadora”, un’essenza della società in cui essa è l’unica a poter generare e distruggere l’equilibrio naturale della vita stessa. Altra figura forte e simbolica presente nel video sono i “Mamutzones“, guerrieri che praticano un rito millenario, pre-pagano, legato ai cicli naturali della madre terra e al culto del Dio della natura, Dionisio, che ogni anno muore e rinasce come la vegetazione».

Il passato artistico di Vhelade l’ha vista essere stata la protagonista musicale e il volto canoro, per ben 10 anni, dei programmi televisivi di Piero Chiambretti. Ma ad un certo punto ha sentito il bisogno di volare con le sue ali: «È stato un lungo percorso ricco di esperienze e di crescita. Anno dopo anno ho potuto dimostrare il mio valore interpretando e ri-arrangiando a mio gusto tutti i brani e gli artisti del mio cuore. Ho imparato molto grazie al miglior maestro che si possa avere. Ma ad un certo punto ho sentito chiaramente dentro di me l’esigenza di allontanarmi dal quel sistema, avevo raccolto e assorbito tutte le esperienze di cui avevo bisogno e ormai la tv non poteva darmi più niente, e, nel modo più naturale possibile, ho deciso di concludere quel fantastico percorso, per dedicarmi totalmente alla mia musica».
Il presente della cantante è fortemente impregnato del suo passato e delle sensazioni legate ai suoi ricordi ed emozioni, che, in un modo o nell’altro la riportano qui e al di là del mare: «L’Africa è il paese più antico del mondo, luogo incantato dove nasce la vita. Esiste un profondo senso di fratellanza e di aiuto reciproco, dove il valore per l’umanità e la madre terra, sono sostituti del denaro. Un popolo connesso che vive solo con la concezione del presente, dimenticando il futuro. Sono fortemente legata all’Africa e alla forte energia che mi trasmette, ma il legame più forte è sicuramente quello con la Sardegna, perchè oltre ad esserci cresciuta e al forte amore che mi lega alla famiglia, amo follemente questa magica Terra e la mia dolcissima nonna che è la luce della mia vita ed è l’unica persona dalla quale accetto consigli. Per me Sardegna è Casa, rimango sempre incantata alla vista dei fantastici panorami e dei colori variegati. È sempre una grandissima emozione tornarci e ritrovare l’inconfondibile e inebriante profumo. I ricordi più belli della mia esistenza sono conservati tutti qui».

 

Le sue canzoni parlano di lei, dei suoi valori e della visione personale che Vhelade ha della vita: «Attraverso un percorso concettuale e musicale, canto l’amore per la vita e racconto la mia filosofia, che è vivere per costruire un mondo migliore rispetto a quello che tutti noi viviamo oggi. I testi del mio album sono stati ispirati dalla mia stessa filosofia e dalla mia esperienza di vita, lo specchio della mia anima». E oggi Vhelade si sente estremamente fortunata: «Perchè sono una persona libera, e mi auguro di esserlo sempre».

 

 

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