Site icon www.vistanet.it

Giorgina Secci interrompe, dopo 19 giorni, lo sciopero della fame. “Lo rifarei perché credo nei miei diritti”

La battaglia di Giorgina Secci, presidente della P.A.V.S. (Pubblica Assistenza Volontari di Soccorso Urzulei), in difesa della sanità sul territorio era iniziata il due ottobre scorso, con un forte gesto, lo sciopero della fame.

Oggi la volontaria, dopo diciannove giorni, ha interrotto il digiuno ed affidato le sue riflessioni ad un amaro post, rilanciato sulla pagina Facebook del combattivo comitato Giù le mani dall’Ogliastra:

«Salve a tutti, volevo dire grazie a ogni singola persona che conoscendomi o meno, mi ha dato un un minimo di conforto. Ho ripreso a mangiare anche se non è così facile dopo 19 giorni. L’ amaro in bocca è dato sia dal sapore del cibo, che ancora mi è estraneo, sia dal pessimo risultato che si è ottenuto in Regione.

Non siamo primo livello, si parla di servizi da o come primo livello che non è la stessa cosa. Di fatto si salvano 13 poltrone con 13 servizi che speriamo siano realmente fruibili visto che debbono essere ancora inseriti nell’atto aziendale. I dubbi ci sono tutti e nascono dal famoso bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto….dipende da chi lo guarda….io lo vedo mezzo vuoto.
Mezzo vuoto perché ci ho davvero creduto, mezzo vuoto perché non ci sono garanzie, perché si è ottenuto un qualcosa di ibrido che si deve “sperare” funzioni. Mezzo vuoto perché mi sono ritrovata quasi attaccata da coloro che per logica, mi avrebbero dovuto, se nn assecondare, almeno appoggiare pur non accettando il metodo usato.
Per fortuna, in Italia, possiamo pensarla in maniera diversa, si chiama libertà di pensiero. Mezzo vuoto perché, pur nn cercando scoop o attacchi personali, c’è stato chi ha visto nel mio sciopero della fame scopi diversi e, per assurdo, manie di protagonismo.

L’intervista, non cercata, da parte di un’ amica che era sinceramente preoccupata per la mia salute, è diventata fonte di sciocche e sterili polemiche. Ancora una volta è stato più facile fraintendere che guardare le cose per ciò che realmente sono. Eppure, nonostante ciò, pur davanti a quel mezzo vuoto, io lo rifarei perché credo nei miei diritti, perché sono anni e anni che lavoro per il sociale e so ciò che il nostro territorio sta perdendo come sistema sanitario. Vivo l’isolamento del mio paese e ne vedo il lento impoverimento è vero, ma questo non mi fermerà finché i miei, i nostri diritti non avranno finalmente il rispetto dovuto

Exit mobile version