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Le due psicologhe Anna Modolo e Ivana Dore raccontano la nascita di MADI, il loro studio associato

MADI, Studio Associato. Acronimo di Modolo Anna e Dore Ivana. Hanno trent’anni, competenze nel campo della psicologia e determinazione. Hanno affrontato la realtà – una realtà fatta di disoccupazione e di compromessi, che tarpa le ali ai giovani – di petto, mettendosi in proprio. Le due dottoresse si dividono in quattro cittadine (Nuoro, Tortolì, Fonni e Bono) a seconda dei giorni e degli appuntamenti.

«Abbiamo lavorato tanto per reinventarci e cercare di offrire un servizio quanto più innovativo ed efficiente. Quella di coprire quattro differenti cittadine è stata una scelta mirata, un nuovo modo di declinare i servizi alla persona e renderli fruibili a tutti, sia per chi si può spostare sia per chi non è autonomo in questo» spiega la dottoressa Modolo.  La difficoltà del viaggio c’è, aggiunge, ma è anche una sorta di vittoria: prendere contatti con gente nuova è un arricchimento.

La dottoressa Dore aggiunge che è proprio la voglia di reinventarsi, ad averle spinte alla creazione di MADI. «È stato difficile ed entusiasmante pensare a quattro sedi, anche se attualmente le sedi dove lavoriamo di più sono Nuoro e Tortolì. Il nostro poi è un lavoro dinamico, ogni paziente porta un bagaglio di vita diverso, una storia diversa. È come fare ogni giorno un mestiere diverso.»

 

Anna Modolo parla poi dell’emozione dei primi giorni. «Come tutti i salti nel vuoto, anche questo ha richiesto tantissime energie e tanto coraggio. Non sono mancate le giornate di panico e di ansia: sono nate molte responsabilità. Però, il rischio è vita… questo è il nostro motto.»

 

Ivana Dore spiega che è stato un po’ come “volare senza ali”. «Sentirsi parte di qualcosa che è nata dal nulla,» continua «ti fa sentire importante. Tanto più che l’obiettivo è dare sollievo alle persone. Inizialmente c’era gioia, paura, anche rabbia – quando le cose sembravano prendere una piega inaspettata – ma tutto si è evoluto al meglio. Anche le emozioni negative servono, fanno crescere.»

 

Forniscono servizi di Psicologia (consulenze e supporto psicologico in tutte le fasce d’età), Psiconcologia (assistenza psicologica al paziente e alla famiglia, dalla diagnosi e per tutto il percorso di cura in caso di neoplasia) e Riabilitazione Psichiatrica (individuazione di punti di forza e competenze di chi soffre di un disturbo mentale per agevolare il reinserimento socio lavorativo e migliorare la sua qualità di vita).
Ivana Dore ha un corso di alta specializzazione in Psiconcologia e si sta specializzando nell’autismo. Anna Modolo ha una seconda laurea in Riabilitazione Psichiatrica.
La crisi non fa loro paura: «Ci vuole determinazione, passione e tanto studio per comprendere al meglio i bisogni delle persone e offrire servizi quanto più mirati.»
Per una donna con famiglia è difficile, dice Anna Modolo – moglie e mamma, oltre che Psicologa –, coniugare famiglia e lavoro è un’impresa titanica. «In un territorio come il nostro dove scarseggiano i servizi per bambini devo dire che lavorare diventa quasi un lusso.» Si mostra comunque categorica, sull’argomento: «Noi mamme vorremo essere presenti il più possibile nella vita dei nostri figli ma dobbiamo a volte ricordarci quanto prima di essere Mamme e Mogli in primis siamo Donne.»
Ammettere un problema di tipo psicologico è più arduo che parlare di un problema fisico, ed è credenza diffusa che sia necessario curare un mal di pancia più di un pensiero negativo. La dottoressa Modolo spiega però che lacultura del benessere è in forte espansione. Grazie a tutti i colleghi professionisti che si occupano di dare servizi sul territorio si sta creando una rete funzionale all’abbattimento dello stigma.
«Ancora c’è un po’ di difficoltà nella comprensione della cultura dello psicologo,» aggiunge la dottoressa Dore «ma è anche vero che le persone sono curiose, amano mettersi in gioco. Basta capire che attraverso la parola si fa terapia. Molti anziani si sono affidati a noi. La psicologia rimane una scienza relativamente recente, questo purtroppo si ravvisa tuttora.»
Anche se il futuro può far paura, le due dottoresse hanno “tante speranze e tanti sogni”. Il consiglio che sentono di dare ai giovani è di essere ottimisti, di “non perdere mai le speranze e soprattutto la voglia di guardare in alto” perché “in questo mondo avido di gratificazioni per il segreto è forse trovare un posto, il proprio posto e lì lavorare sodo”.

Provate, dicono, perché se ci si impegna con tutto il cuore si possono raccogliere tante soddisfazioni.

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