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Loceri, azienda Cannas: un futuro al femminile

Il mandorleto dell’azienda Cannas, conosciuto a livello ogliastrino come esempio di serietà, è retto dalla famiglia Cannas: babbo Vincenzo e figlie tengono alto il livello di qualità con una politica basata su lavoro e attenzione.

Vincenzo Cannas, ci racconta sua figlia Michela – portavoce dell’intervista –, ha smesso di fare l’allevatore nel 1997, dopo la nascita della sua terza figlia femmina; opta allora, quindi, per un lavoro meno duro, un lavoro che possa aprire le proprie porte alle donne. «Quindici anni fa nasce il progetto del nostro mandorleto,» racconta Michela, «mentre l’azienda è sorta da circa una decina d’anni.»

Spiega anche il perché di questa coltura particolare: «Il mandorlo perché è una coltura che può essere definita rustica, particolarmente adatta alle nostre zone, importante nella nostra storia e tradizione. È una coltura meccanizzabile e di facile conservazione.»

Al momento della scelta dell’Università, Michela non ha avuto alcun dubbio: la sua strada era quella.

«Dopo cinque anni di liceo scientifico e una tesina sulle agro-energie ho capito che la mia strada sarebbe stata proprio quella che ho intrapreso! In seguito alla laurea triennale in Scienze e Tecnologie Agrarie, ho deciso di approfondire le mie conoscenze proseguendo con la Laurea specialistica in Sistemi Agrari – curriculum Difesa integrata.» prosegue, dandoci un assaggio della sua preparazione accademica. «Davanti alla domanda “Cosa fai di preciso?” , di chi è poco pratico del settore, mi piace definirmi in maniera simpatica il “medico” delle piante, come dice mia figlioccia che a differenza di molti ha già inquadrato bene il mio mestiere.»

Le competenze specifiche nel settore sono, d’altronde, fondamentali per mantenere i “parametri colturali a livello ottimale, permettendo così un aumento della resa, ma soprattutto della qualità”.

Infatti, Michela racconta: «L’anno scorso sono partita in Spagna (Catalogna), essendo questa collocata tra i maggiori produttori mondiali, per svolgere un tirocinio presso un importante ente di ricerca (IRTA). In questa esperienza ho potuto apprendere le tecniche di valutazione di qualità e attitudine industriale delle diverse varietà di mandorlo.»
L’amore per questo mondo nasce presto, per Michela.
«Sin da piccola ho sempre mostrato il mio amore nei confronti della natura, in particolare delle piante. Mi piaceva raccogliere fiori o semi di ogni tipo per poi ripiantarli, e seguivo mio padre con piacere in campagna.»
Sua sorella Claudia, invece, “sta valutando”, comunque “non esclude la possibilità di lavorare in azienda”.
Malgrado la carenza idrica stia mettendo a dura prova il settore, non hanno nessuna intenzione di mollare. «Stringiamo i denti!», afferma, a tal proposito.
«Sicuramente è diminuita la mole di lavoro con l’introduzione delle macchine all’interno dell’azienda» precisa inoltre, uno sguardo al passato. «Ricordo ancora l’interminabile raccolta a mano, la fatica che si faceva sgusciando le mandorle con il martello!»
In azienda, si sta inoltre lavorando sodo affinché il consumatore sia consapevole dell’importanza e della salubrità dei prodotti tradizionali, rivisitati in chiave moderna.
Per quanto riguarda il futuro, “si spera di riuscire a costituire una rete di vendita, una cooperazione tra i piccoli e medi mandorlicoltori sardi, in maniera tale da diminuire i costi e agevolare il commercio delle mandorle sarde”. In questo modo si potrebbe “soddisfare la domanda, in continuo aumento, di consumatori sempre più esigenti, e contrastare la concorrenza americana e spagnola”.
Il dolce per eccellenza dell’azienda Cannas è il “gattò de mendula”; è diverso dagli altri perché è presente il tegumento (pelle) della mandorla “che lo rende più ricco in vitamine e sali minerali” pur avendo “ridotto contenuto di zuccheri”. È un dolce che, per tradizione, non può mancare nelle tavole delle feste. Un dolce protagonista, insomma.

Michela chiude dando poi un grande consiglio: «Viene consigliata l’assunzione di circa 30 gr al giorno di mandorle, per prevenire l’insorgenza di malattie cardiovascolari. Le mandorle vengono inoltre considerate diabetes-friendly e aiutano a smorzare la fame nelle diete ipocaloriche.»

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