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Andrea Staffa, dall’Ogliastra al Festival del Cinema di Venezia

Per Andrea Staffa, ventitrenne originario di Villanova Strisaili, tutte le strade non portano a Roma, ma a Venezia, alla Biennale del cinema.

Come tanti giovani catapultati post lauream nell’intricata selva oscura della ricerca del proprio futuro, Andrea, dopo la conclusione ad aprile del percorso accademico nella Facoltà di Lingue e Comunicazione, nel mezzo del cammin della sua vita si ritrovò in un laboratorio di regia cinematografica.

“Il CELCAM è un centro che si occupa di fornire a Cagliari lezioni e corsi, a studenti e non, utili ad avvicinarli al mondo del cinema e dell’audiovisivo” racconta Andrea.

“Io sono stato alunno del corso di sceneggiatura e regia, per me utile non solo a conoscere la materia, da un punto di vista tecnico e artistico, ma anche creare gruppo, a lavorare insieme e armoniosamente. Questo è stato fondamentale per la realizzazione de L’Ultimo Miracolo”.

Frutto infatti di questo laboratorio è stato il cortometraggio L’Ultimo Miracolo, realizzato inoltre dall’ateneo dei Cagliari nell’ambito delle iniziative formative del Centro di ricerca sulla formazione agli audiovisivi del Dipartimento di Storia, Beni Culturali e Territorio, diretto dal professor Antioco Floris.

Un corto partorito da giovani menti, nuove al mondo del cinema, e da nomi orgogliosamente noti al pubblico sardo e nazionale, quali quello di Enrico Pau, direttore del laboratorio, regista cagliaritano noto per il film L’Accabadora.

Un gioiellino che ha incantato il colto pubblico di Venezia, puntando inoltre i riflettori sulle bellezze del nostro capoluogo.

Interamente girato a Cagliari, il cortometraggio ha visto la partecipazione di tutti – racconta Andrea – ad ogni alunno è stato affidato un reparto: fosse esso suono, o fotografia, o regia, tutti quanti abbiamo lavorato sodo per realizzare il tutto. Io sono stato affidato al reparto del suono come assistente fonico, anche se alla fine ho finito per fare un po’ di tutto: l’obiettivo comune era quello di raggiungere un ottimo risultato, e tutti devono lavorare in simbiosi per poter raggiungere simili obiettivi”.

L’ultimo miracolo vede come protagonisti Cristo e Pietro, ormai vecchi, dopo anni dalla risurrezione, in preda a un unico turbamento: Gesù non sa più fare miracoli.

Tra le vie di Cagliari viene implorato da un artista di strada, un fischiettista che ha perso l’intonazione, di fare un ultimo miracolo per potergli permettere di vivere ancora della sua musica. Cristo però non riesce, la gente perde fiducia in lui, e così sceglie di rivolgersi a un ciarlatano, imbroglione, ma mago.
“Cristo questo mago lo pagherà con i soldi presi da una chiesa, che di fatto sono soldi suoi, quindi ha tutto il diritto di utilizzarli come ben crede – spiega Andrea – l’artista grazie a questa mossa riacquisterà l’intonazione ma non sarà più come prima: si nota che non c’è il tocco di Cristo in questo miracolo e allora… allora basta così, per il resto bisognerà attendere la proiezione per conoscerlo. Cristo riuscirà o meno a compiere miracoli?”.
Un’esperienza unica per Andrea, unito assieme ai suoi colleghi da una grande passione per il cinema, coronata poi dalla proiezione del corto al Festival del Cinema.
“Ho preso con un entusiasmo incommensurabile la notizia della proiezione alla Biennale di Venezia. Inoltre, il nostro corto è stato proiettato nella stessa sala dove c’è stata la prima di Veleno, lungometraggio della regia di Diego Olivares che tratta della terra dei fuochi, con Luisa Ranieri e Salvatore Esposito”.
“Per me il clima era insolito – prosegue Andrea con il suo racconto di Venezia – avevamo posti riservati nella lunga gradinata del seggio, abbiamo ricevuto calorosi applausi, e vedere a due metri da te Salvatore Esposito che ti sta facendo un applauso è un qualcosa di unico. Momenti che sicuramente ricorderò per sempre. In questi mesi ho vissuto un’avventura che mi ha arricchito molto, trovo fantastico il fatto che l’Università di Cagliari si sia messa in gioco, riuscendo ad essere acclamata durante la Biennale di Venezia, dando la possibilità alla Sardegna di emergere ancora una volta dal punto di vista cinematografico e dando ulteriormente lustro al nostro Ateneo”.
Le strade alla fine l’hanno portato a Venezia, ma manca ancora un ulteriore miracolo per chiarire il futuro di Andrea, ancora giustamente incerto, ma decisamente più orientato verso un mondo di luci, riflettori, suoni e pellicole.

“Mi sono laureato da poco e devo ancora decidere che strada prendere. Mi piacerebbe moltissimo proseguire però con questa strada, sicuramente difficile ma non impossibile. È un ambiente affascinante ma molto complesso, Venezia mi ha permesso di conoscere solamente una briciola di questo mondo. C’è tanto sudore tanta fatica e tanta passione dietro, ma sono sicuro che se un giorno dovessi lavorare nel cinema, sarei la persona più felice del mondo.”

 

 

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