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Budoni, commerciante cinese uccisa a coltellate: arrestato l’assassino, un 19enne di origini sarde

Dopo quattro mesi arriva una svolta nel caso della commerciante cinese, Lu Xian Cha, uccisa a coltellate a Budoni il 10 aprile scorso. I carabinieri della Compagnia di Siniscola hanno arrestato un 19enne di origini sarde, Simone Delussu, che ritengono responsabile dell’omicidio.

Arma del delitto

La donna, 37 anni, madre di due bambini gestiva da 10 anni un negozio nella località turistica gallurese. Fu ritrovata il 10 aprile morta all’interno della sua attività con segni di coltello ovunque compresi alla gola e al volto. L’ipotesi da sempre più accreditata è quella di una rapina finita male.

Questa mattina, i militari della Compagnia di Siniscola, insieme ai colleghi della Compagnia di Camerino, hanno arrestato l’autore dell’atroce omicidio: si tratta di Simone Delussu, 19enne di origini sarde. Dopo averlo monitorato per alcuni giorni, i Carabinieri hanno deciso di organizzare un finto appuntamento al Comune di Valfornace, distante pochi chilometri da Camerino, dove si trovava per delle pratiche amministrative. Al suo arrivo nella sede comunale, è stato bloccato dai Carabinieri che lo stavano aspettando. Dopo il giorno dell’omicidio infatti, il giovane si era trasferito a Camerino per lavorare nell’ovile dello zio, aiutandolo nel pascolo delle loro pecore.

Le indagini per riuscire a scovare l’autore di quell’atroce delitto sono partite dal giorno stesso dell’omicidio. Le prime testimonianze, i rilievi tecnici sulla scena del crimine, la ricostruzione dei momenti prima dell’evento grazie alle telecamere acquisite in tutto il paese hanno permesso di arrivare alla soluzione del caso.

Dopo un primo esame della scena del crimine, l’ipotesi che ha convinto maggiormente tutti gli inquirenti è che ci si trovasse di fronte ad una rapina, poi sfociata nel sangue, nonostante la ferocia dell’omicida e le numerose coltellate nel corpo della donna potessero indurre a pensare che quello fosse un omicidio premeditato, che potesse essere un regolamento di conti o un omicidio di carattere passionale.

Ma le tracce di sangue, il coltello lasciato sulla scena del crimine, il registratore di cassa fuori posto e molti altri piccoli indizi lasciavano far presupporre che l’assassino volesse prima derubare la donna e, sfuggitagli la situazione, ucciderla poiché ormai lo aveva visto in volto. Gli inquirenti sono tornati più volte sulla scena del crimine per capire come fosse fuggito il ragazzo, dove si potesse essere nascosto e hanno iniziato a ragionare sulle varie ipotesi su quale fosse il suo luogo di provenienza, cioè se fosse una persona del posto o uno straniero.

Prezioso l’apporto di alcuni testimoni che hanno dato un identikit dell’assassino, che hanno visto la sua via di fuga e ne hanno descritto nel dettaglio la corporatura e i vestiti che aveva indosso.

L’identikit dell’assassino

Le zone limitrofe al luogo dell’omicidio sono state scandagliate palmo a palmo fino ad arrivare ad un’importante scoperta: a poca distanza dal negozio, sono stati trovati dei pantaloni, gettati in mezzo a dei rovi. Dalla loro posizione e dalla loro particolarità dovevano per forza essere quelli dell’assassino. Proprio grazie a questi pantaloni si è riusciti a capire tutti gli spostamenti effettuati dall’assassino prima di andare a commettere il suo omicidio: dalla visione dei filmati, grazie a quei pantaloni molto particolari, si è potuto capire cosa aveva fatto qualche ora prima a Budoni, ma ancora non si era riusciti ad arrivare a dare un nome a quel volto e a quella persona. I tamponi su alcune macchie di sangue trovate nel negozio, legate a quanto trovato nei pantaloni, hanno permesso di trovare il profilo del DNA dell’assassino.

Decisiva infine una telefonata poco prima dell’omicidio effettuata da un cellulare nei pressi del negozio d’abbigliament. Il proprietario del telefono era molto compatibile con tutte le altre risultanze investigative. Grazie agli esami dal reparto Investigazioni Scientifiche di Cagliari è stato possibile agli investigatori avere l’assoluta certezza che il DNA di Simone Delussu fosse proprio quello dell’assassino.

Ragazzo di genitori separati che per un breve periodo è stato ospite della zia proprio a Budoni, con il padre agricoltore a Irgoli e la mamma trasferitasi a Reggio Calabria con un nuovo compagno. Dopo questo suo inspiegabile gesto, curiosi sono stati i suoi spostamenti: partito subito alla volta della penisola è stato infine accolto dallo zio per cercare di dimenticare questa orrenda, quanto inutile azione.

L’operazione, oltre all’arresto di Simone Delussu, ha visto l’esecuzione di altre 6 perquisizioni domiciliari nei confronti di parenti e conoscenti del ragazzo alla ricerca di elementi utili per l’indagine e nella circostanza, prezioso è stato il contributo fornito dalle Compagnie di Nuoro, Ottana, Bianco e Camerino, che hanno permesso il buon esito dell’indagine.

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