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“Un incendio mai visto in 25 anni”: il New York Times parla dei roghi e della siccità in Sardegna

È capitato spesso negli ultimi mesi che testate nazionali e internazionali si occupassero della Sardegna, descrivendo le bellezze e le tante qualità. Un pezzo di cronaca invece è stato dedicato dal New York Times all’emergenza incendi e siccità che sta attraversando l’isola.

La giornalista Mira Kamdar, che da 25 anni frequenta la Sardegna d’estate, racconta del terribile incendio che ha costretto migliaia di turisti ad abbandonare le proprie strutture ricettive a San Teodoro, località Lu Fraili, il 13 luglio scorso. «Mentre rientravamo dalla cena, io e mio marito – racconta la giornalista – siamo stati sorpresi da qualcosa che non avevo mai visto in 25 anni di vacanze in Sardegna: una corona di fuoco sopra le colline di San Teodoro ricoperte dalla macchia mediterranea. Siamo rimasti terrorizzati per la cittadina che conosciamo così bene e anche per la nostra casa, distante solo quattro miglia. Il giorno dopo i luminosi Canadair gialli andavano a prendere l’acqua dal mare e poi tornavano indietro per gettarla sulle colline in fiamme. Più di mille persone erano state evacuate la notte prima dall’area intorno a San Teodoro e ben due case sono rimaste completamente distrutte».

Non un caso isolato, spiega Mira Kamdar, ma una situazione condivisa da tutto il Sud EuropaCaldo torrido, siccità, incendi e crisi agropastorale. Proprio sui pastori sardi e sui problemi vissuti a seguito di questa emergenza si concentra la giornalista del più popolare quotidiano del mondo: «La siccità ha minacciato i mezzi di sostentamento di molti sardi. Gli agricoltori e i pastori hanno bloccato in giugno un pezzo della principale arteria stradale dell’isola per attirare l’attenzione sulla piaga da loro vissuta. Senza aiuti molti, in quest’isola colpita dalla siccità temono di perdere fattorie e greggi. I canyon disseminati di massi e le scogliere rocciose che spuntano dal mar mediterraneo che conferiscono alla Sardegna tutta la sua bellezza selvaggia rendono anche difficile combattere gli incendi. La sopravvivenza del cuore pastorale dell’isola, dei formaggi, vini, tappeti  intessuti con la lana locale, sarà a rischio se altre estati come questa o peggiori diventeranno la norma».

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