Site icon www.vistanet.it

Galileo Zizi: 9 anni, cagliaritano, ha inventato una soluzione per genitori distratti che dimenticano i figli in macchina

Galileo: un nome, una garanzia, verrebbe subito da pensare, non appena ci si rende conto dell’intuizione di un bambino di soli 9 anni per risolvere il problema dei bimbi dimenticati in automobile dai genitori.

Ebbene sì, i casi di morti per ipertermia (il colpo di calore) sono in aumento, ma il giovanissimo cagliaritano, ha avuto una trovata geniale per risolvere il problema: si tratta di trasmettitore in radiofrequenza che emette un segnale di controllo a cui il chip risponde. Detto in parole povere, il bambino (o i bambini, perché funziona non solo per il singolo), indossano un gadget contenente un chip che poi,  se il bambino dovesse rimanere in macchina, invierebbe un segnale ad un’antenna fissata nell’ automobile. «La tecnologia somiglia a quella dell’antitaccheggio del supermercato», ci spiega il padre del piccolo scienziato, Antonello Zizi, professore dell’istitutoGiua di Cagliari. Un’intuizione così semplice, potrebbe obiettare qualcuno, ma nessuno aveva mai pensato di impiegare tale tecnologia per la risoluzione del problema in questione.

Ci si domanda quindi, come sia potuto venire in mente una soluzione così ingegnosa ad un bambino così piccolo, anche se con un nome così, forse era già un predestinato: «Bisognerebbe frugare nella sua testolina», scherza Zizi padre e la sua voce tradisce un sentimento di orgoglio. Infatti, conferma,  a ispirare Zizi figlio sono stati anche i racconti tra lui e la sua famiglia, riguardanti i casi di bambini a cui era toccata la triste sorte, per cui Galileo aveva manifestato l’intenzione di fare voler qualcosa, sottolineando così una spiccata sensibilità.

«L’idea di Galileo è innovativa sotto diversi punti di vista», spiega il professor Zizi, «uno di questi è che non ha bisogno di cavi», come, invece, necessitavano gli altre gadget dedicati a risolvere questo tipo di problema. Inoltre, Antonello, ci conferma che Galileo ha partecipato in prima persona alla realizzazione fisica del progetto, ovviamente sotto la supervisione attenta del padre e con il suo aiuto. Infine, Antonello ci assicura che questo non rimarrà solo un progetto, ma che lui, in prima persona, ha già richiesto il brevetto e si è rivolto al Ministero dei trasporti, infatti, sempre secondo il professor Zizi, questo potrebbe diventare un accessorio indispensabile per la sicurezza, come ad esempio lo è il seggiolino. E non si esclude l’ipotesi di esportazione del prodotto anche all’estero.

Nell’attesa di scoprire i risvolti della vicenda, ci si può augurare che le giovani menti, proprio come quella di Galileo, siano sempre più coinvolte e stimolate, in modo da proporre soluzioni innovative, anche mediante tecnologie già esistenti. Questo perché, come insegna anche l’aneddoto sull’Uovo di Colombo, alcuni dicono che avrebbero potuto realizzare qualcosa, altri la realizzano. La differenza è tutta qui.

Exit mobile version