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La magia delle trottole sarde, alla faccia del Fidget Spinner

Ormai conosciamo tutti la moda del 2017, grandi e piccoli sono stati conquistati dal Fidget Spinner, una sorta di trottola, o meglio una rotella composta da un perno intorno al quale ruota una struttura fatta dei materiali più disparati, dal metallo alla plastica.

La diffusione di questo curioso passatempo, iniziata nella primavera 2017 negli Stati Uniti e poi diffusa nel resto del mondo, è da collegare non solo al fattore “moda” quanto alla sensazione di relax che può dare la semplice osservazione del giocattolo.

Un movimento fluido e continuo che ricorda tanto la bellezza delle trottole sarde, che hanno anni e anni in più di storia. L’origine del gioco è antichissima, ed è talmente diffuso in tutta la Sardegna che in ogni paese ha un nome diverso: stiamo parlando della Bardunfula, la trottola sarda per eccellenza, detta anche “bardofula”, “badrunfa”, “baldofula” o “marrocula”. Viene creata solitamente dal legno d’ulivo o di noce, ha una forma conica e all’estremità centrale ha una punta di ferro, viene poi intagliata su tutta la sua superficie creando delle scanalature sulle quali il giocatore avvolge uno spago o un laccio di pelle che gli permetterà, grazie al movimento circolare del braccio, di far girare la trottola per più o meno tempo. Lo scopo del gioco è quello di far roteare il più possibile la Bardofula. In origine infatti era un passatempo che allietava i pomeriggi di bambini e adulti che gareggiavano fra loro.

Un altro passatempo sardo molto in voga in passato è su Barrillaccu, una trottola diffusa nel Campidano, soprattutto a Cagliari. Su Barrillaccu si differenzia da sa Bardofula per via delle lettere intagliate o dipinte nelle sue quattro facce: La T che indica “Tottu“/Tutto, la P che vuol dire “Poni“/Metti, la M cioè “Mesu“/Metà e nella quarta faccia la N che vuol dire “Nudda“/Nulla. Mentre la Bardofula era un gioco di tutti i giorni, nei ricordi popolari il gioco de Su Barralliccu è meglio riconducibile alle notti di festa, in particolare quelle del periodo natalizio, quando per Natale, Capodanno ed Epifania i familiari si riunivano per giocarci addirittura scommettendo, come moneta di scambio, non solo piccoli centesimi ma sopratutto mandorle, fichi secchi, noci, castagne e mandarini.

Insomma noi sardi non abbiamo niente da invidiare all’invenzione americana, la tradizione è tutto e la bellezza delle trottole fatte a mano, che hanno fatto divertire intere generazioni con la loro robustezza e eleganza di movimento, rimarranno sempre parte integrante della nostra cultura e dei ricordi di grandi e piccini.

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