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In Molise pioggia di medaglie per l’atleta paralimpico jerzese Moreno Marchetti

Il 3 e il 4 giugno in Molise ( ad Isernia) si sono svolti i Campionati Italiani Assoluti Paralimpici di Atletica Leggera. Alla competizione ha partecipato anche l’atleta del Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa di origine jerzese Moreno Marchetti, che ha portato a casa ben due medaglie.

«Prima volta per me nella splendida Isernia, tempo bellissimo, persone fantastiche, ma soprattutto una competizione importante da affrontare con il massimo impegno» racconta Marchetti, appena tornato in Sardegna «Due giorni intensi ed appaganti. Ho iniziato il 3 giugno con il lancio del disco piazzandomi al quarto posto italiano assoluto. Avrei potuto fare di più ma sono comunque soddisfatto e consapevole di aver dato il massimo. Sempre il 3 giugno ho affrontato anche il lancio del giavellotto, piazzandomi al terzo posto e portando a casa la medaglia di bronzo. Il giorno seguente mi sono cimentato con la gara di getto del peso. Ho dato il massimo e ho conquistato un secondo posto e la medaglia d’argento. Sono molto soddisfatto dei risultati ottenuti ed è sempre un piacere competere con atleti di alto livello».

I prossimi impegni vedranno Moreno Marchetti agli INVICTUS GAMES 2017, i giochi internazionali paralimpici dedicati ai militari che hanno contratto disabilità permanenti in servizio o per causa di servizio. Questa manifestazione nasce per iniziativa della Royal Foundation, il cui promotore e testimonial è il Principe Harry e quest’anno si svolgerà a Toronto, in Canada.

«Per me è un onore partecipare e rappresentare non solo le Forze Armate ma tutta la Nazione. Inoltre faccio parte di una squadra di sitting volley di Cagliari, che a Pescara al campionato italiano volley si è classificata al terzo posto, portando a casa una medaglia di bronzo. Voglio ribadire che indipendentemente dal risultato ottenuto lo sport è vita, a maggior ragione se praticato da persone con handicap di qualunque tipo. La disabilità è una condizione mentale che delle volte chiude ogni altra prospettiva. Quando gareggio mi sento vivo nel vero senso della parola, il mio esser disabile, in campo diventa il vettore, la forza che mi spinge a dare il meglio di me».

 

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