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Cartellone anti servitù militari sequestrato dalla Polizia al Giro d’Italia, la denuncia di “A Foras”

l cartello contro le servitù militari

l cartello contro le servitù militari

La protesta contro le servitù militari mal si concilia con la ribalta internazionale del Giro d’Italia.  La denuncia corre sul web ed è firmata dal coordinamento antimilitarista “A Foras” che ha affidato al proprio profilo Facebook la ricostruzione di un episodio accaduto ieri mattina. “Ad Arbatax, alla partenza della tappa del Giro di Italia, due militanti di “A Foras” si sono presentati con un cartello con la scritta “+ bici – basi militari”. L’obiettivo – si legge ancora nel post  era quello di approfittare della vetrina mediatica offerta dal Giro per diffondere un messaggio di pace e contro la guerra”. Sempre secondo gli attivisti, alle Rocce Rosse – dove nel frattempo si era radunata la gente per assistere alla sfilata dei ciclisti, i due,  una ragazza e un ragazzo, sono stati fermati da due dirigenti della Mobile della Questura di Nuoro e circondati da altri sei poliziotti in divisa.

“Il motivo  di tale controllo – sottolineano  i militanti – era, secondo le parole della dirigente, “evitare la divulgazione pubblica di messaggi razzisti, xenofobi e violenti”. Nonostante il cartello in questione non facesse riferimento a nessuno di questi casi, le due persone sono state trattenute per oltre un’ora nel porto di Arbatax, identificate, e il “minaccioso cartello” prontamente sequestrato senza rilasciare alcun verbale di sequestro. Non contenti, i dirigenti di piazza – si legge ancora nel post-  hanno trasportato i due militanti presso il commissariato di Polizia di Tortolì, nel quale sono stati trattenuti fino alle 13:30, ovvero fino a dopo la partenza della tappa. Questa verifica è stata necessaria, secondo i poliziotti, per controllare un documento di identità che riportava una “firma sbiadita e un adesivo sopra la foto che si staccava troppo facilmente. Ovviamente – sostengono i responsabili di “A Foras”-  il documento si è dimostrato valido, ma tutta questa sceneggiata è servita alla polizia per sequestrare per quasi tre ore i due, impedendo loro di assistere alla partenza del giro e diffondere il proprio messaggio“.

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