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Mauro Morandi, custode di Budelli: l’ultimo eremita della Sardegna

Come ci si sente nel 2017 ad essere uno degli ultimi eremiti rimasti? A questa domanda saprebbe rispondere sicuramente Mauro Morandi, il custode di Budelli, magnifica isola incontaminata nell’Arcipelago de La Maddalena.

Mauro ha 78 anni e dal cognome si capisce che viene dalla stessa regione di Gianni, quello famoso, il cantante. Modenese, ex professore di scuola superiore, da 29 anni vive da solo sull’isola. Pochissimi agi. Una casetta con vista sulla splendida spiaggia rosa, con tanto di cucina, letto e poco altro. Quello che non manca è internet, strumento che Mauro utilizza meglio di moltissimi giovani.

Quando mi sono trovato davanti al suo volto per la prima volta, naturalmente scavato dal soffio del Maestrale, sono rimasto incollato ai suoi grandi occhi chiari, di quelli che non si vedono più in giro. Occhi di una volta, di quelli che non hanno intenzione di nascondere nulla.

«Su Facebook – racconta – mi chiamo Mauro, ‘Mauro da Budelli’, un po’ come Leonardo da Vinci. Budelli mi ha insegnato che la natura, se noi ci pensiamo, è quelle che non solo ci fa ‘vivere’, sopravvivere. La natura ci fa godere, essere felici, tranquilli, sereni, contro una società che invece la natura la adopera, la sfrutta solo. Ma voi come fate a vivere di là? È tutto un casino». Già quello che stava per capitare alla sua vita quando ha rischiato di essere mandato via dalla sua isola. «Troppo vecchio, bisogna pensare alla sua salute», dicevano. E lui si era appellato a un “benefattore” venuto da lontano, Michael Harte, che per circa 3 milioni di euro stava per diventare il proprietario dell’isola. Mauro di lui si fidava, secondo lui aveva in mente un grande progetto naturalistico. Se era il cavallo giusto su cui puntare chi lo sa, alla fine l’isola è tornata nelle mani dello Stato e ora è gestita da un commissario straordinario. «Il commissario Leonardo Deri, concorde con il ministro dell’Ambiente Galletti, sta cercando di trovare un modo per lasciarmi vivere qui, vedremo che succede».

Ma cosa si impara a vivere da soli su un’isola? «In 28 anni sull’isola – racconta – ho imparato a essere più consapevole di me e dei miei limiti. Ho cercato di approfondire quello che sono veramente. Sono un po’ come tutti, un po’ ‘figlio di …’, un ‘approfittatore’, una persona come tante. Il manicheismo dice che esistono i buoni e i cattivi. Io non ci credo, credo che in ognuno di noi esista sia il bene che il male. A volte viene fuori più il cattivo che il buono. Però vivendo a contatto con la natura ci si accorge che esiste anche tanto buono in noi, basta tirarlo fuori». 

Spiaggia Rosa, Budelli

A Mauro ora interessano poche cose. Vivere nella sua isola, preservarla dall’ignoranza e dalla superficialità di molti visitatori (due estati fa fu addirittura malmenato da alcuni ‘turisti’ con l’unica colpa di avere ricordato loro che nella Spiaggia Rosa è vietato sia farsi il bagno che sostare sulla spiaggia), passare del tempo con i suoi affetti, vecchi e nuovi, e pubblicare un libro di foto e ricordi della sua vita a Budelli.

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