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I sardi emigrati? Nostalgici e desiderosi di tornare. Questi i risultati dell’indagine “La mappa globale dei talenti sardi”

Prendi un campione di 200 sardi under 40 emigrati in 32 paesi dei cinque continenti, per il 71 per cento laureati e con competenze sia in campo umanistico che in campo scientifico. Se la media dei sardi emigrati all’estero è questa, come viene fuori dall’indagine “La Mappa Globale dei Talenti Sardi” realizzata dall’associazione ProPositivo, c’è da sperare che tornino tutti.

E a quanto pare la maggior parte di loro ha il desiderio un giorno di tornare alla base. «Nell’indagine – si legge in una nota riportata dall’Agi – la larga maggioranza degli emigrati continua ad avere un legame molto forte con l’isola e in numerosi casi continua a covare il desiderio di tornarci a vivere (68% rispondenti), anche per contribuire al rilancio dei suoi territori. Tali persone hanno una posizione critica circa la condizione attuale in cui versa la propria terra, ma non evita di rimarcarne gli aspetti positivi e le potenzialità. In sostanza ad oggi la Sardegna può puntare sulle proprie intelligenze quale fonte di vantaggio competitivo per affrontare la sfida della globalizzazione. Possibilità che in larga parte dipenderà dall’impegno con cui si cercherà di ricucire lo strappo e di curare la disillusione creatasi nel corso degli ultimi decenni. Se motivati e stimolati tutti i cittadini sardi emigrati possono ufficialmente diventare i veri ambasciatori del territorio a livello internazionale, nonché i nuovi protagonisti del rilancio interno della propria terra».

Con l’apertura del cantiere di organizzazione della terza edizione del Festival della Resilienza, ProPositivo ha come obiettivo quello di analizzare e animare i territori della Sardegna per creare la base necessaria per valorizzare questo enorme patrimonio umano e di competenze. il Festival della Resilienza ha lo scopo di raccontare e mettere in relazione gli esempi e le realtà più virtuose ed innovative di Italia capaci di contribuire allo sviluppo della resilienza nelle comunità locali. Promotrice dell’iniziativa l’associazione ProPositivo, realtà nata dalla spinta di un gruppo di giovani tra i 20 e i 30 anni, sparsi per l’Italia ed il mondo, studenti e lavoratori, realisti e sognatori, uniti intorno ad un assunto semplice: «Se il tempo normalmente usato per lamentarci delle difficoltà lo investissimo nell’analisi e la soluzione dei problemi, saremo in grado di escogitare proposte innovative e sostenibili».

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