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Blitz antidroga in Ogliastra. Otto persone coinvolte tra Bari Sardo, Tortolì e Lotzorai

Questa mattina, i carabinieri di Santa Maria Navarrese, con il supporto dello Squadrone Eliportato Cacciatori CC Sardegna,  delle unità cinofile e di un elicottero, hanno arrestato Mosè Cao, 54enne pregiudicato di Lotzorai, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Lanusei nell’ambito dell’indagine denominata “Dirty Fish”.

Cao era già noto alle forze dell’ordine, anche nell’ambito di altre indagini, che hanno  accertato le sue responsabilità nel traffico di stupefacenti non solo in Ogliastra ma anche in Albania e nel Salento.

Denuncia in stato di libertà anche per M. V. (classe  65, di Lotzorai), S.M. ( classe 59, di Tortolì), S.D. (classe 57, di Tortolì), P.M. ( classe 83, di Bari Sardo), M.M. ( classe 80, di Bari Sardo), M.C. ( classe 80, di Bari Sardo) e M.M. ( classe 62, di Tertenia).

Durante le perquisizioni effettuate a casa di Cao, sono stati rinvenuti 2,4 grammi di cocaina, un bilancino di precisione, materiale per il confezionamento e uno scanner per il ritrovamento di microspie. Perquisite anche le abitazioni di altri due denunciati, dove sono stati trovati cocaina e marijuana.

L’indagine, iniziata nel 2014 e condotta dai carabinieri di Santa Maria, ha evidenziato un giro di droga  tra i comuni di Lotzorai, Tortolì e Bari Sardo. Il nome dell’attività è legato al fatto che tutti gli indagati utilizzavano come parola in codice per indicare lo stupefacente, il termine “pesce”.

«Questa zona della Sardegna, così come hanno dimostrato negli ultimi anni le tante operazioni concluse, ha sempre offerto terreno fertile per chi cerca di emergere economicamente con lo spaccio di sostanze stupefacenti approfittando di persone, soprattutto ragazzi di giovanissima età, che, cercano un effimero conforto o sballo nell’utilizzo di sostanze vietate» affermano i carabinieri «E’ in questo contesto che gli spacciatori, taluni anche di lunga data, credendosi più furbi, riescono a farsi strada tra la collettività, vedendo nella loro attività illecita un guadagno facile. L’attività d’indagine ha dimostrato che gli indagati hanno una fiorente attività di spaccio di stupefacenti con altissimi introiti. Circostanza confermata anche dal fatto che gran parte degli indagati non ha un lavoro stabile eppure ha un tenore di vita agiato e/o comunque superiore alle loro concrete possibilità».

 

 

 

 

 

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