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L’artigianato sardo incanta la Triennale di Milano: in tre giorni migliaia di visitatori

Le eccellenze dell’artigianato sardo, passate e presenti affascinano i milanesi e non solo. Sono stati tremila i visitatori nel primo giorno di apertura, oltre duemila nella seconda giornata e oltre mille registrati quelli fino al primo pomeriggio di ieri: un lusinghiero primo bilancio della mostra “Past future – Percorsi nel craft design”, in corso alla Triennale di Milano fino al 9 aprile grazie alla collaborazione tra la Regione e la prestigiosa istituzione milanese.

«È il segno di una curiosità viva verso la Sardegna e le sue espressioni» commenta l’assessora dell’Artigianato, Barbara Argiolas. «In un mondo culturalmente sempre più omogeneo, questa esposizione nella culla del design italiano esalta l’unicità delle creazioni dei nostri artigiani, in equilibrio tra tradizione e sguardo contemporaneo» prosegue soddisfatta l’assessore che sottolinea come siano numerose le richieste pervenute al desk informazioni su dove e come poter acquistare i pezzi in esposizione.

“La Triennale – aggiunge una delle curatrici della mostra, Roberta Morittu – è uno spazio prestigioso e nei giorni della Design Week è uno dei luoghi dove converge tutto il mondo del design internazionale, ma siamo rimasti ugualmente sorpresi dall’affluenza, non solo di stampa e addetti ai lavori, ma anche di visitatori. La domanda ricorrente da parte di chi viene alla mostra è dove si possono trovare e acquistare le produzioni sarde. Da questo punto di vista, lo strumento rappresentato da sardegnaartigianato.com, la vetrina online dell’artigianato promossa dalla Regione, si è rivelato fondamentale.”

L’altra curatrice, Giuliana Altea, invece sottolinea: «molto interesse riscuotono la tessitura, da sempre il punto di forza dell’artigianato sardo, ma anche produzioni apparentemente più di nicchia come i coltelli. E una vera sorpresa sono stati, per il pubblico e i giornalisti internazionali, gli oggetti della collezione Domo, realizzati in occasione della mostra omonima premiata nel 2011 col Compasso d’Oro. Fuori della Sardegna pochissimi li conoscevano; tutti sono rimasti colpiti dalla qualità dei progetti e dell’esecuzione, ma anche dalla profonda sintonia con l’atmosfera culturale del resto della mostra, insomma dalla capacità di interpretare in termini contemporanei la tradizione dell’isola».

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