Site icon www.vistanet.it

Gli allevatori ogliastrini in piazza a Cagliari con Coldiretti: “Siamo allo stremo e la politica ci ha abbandonati”

“Siamo allo stremo delle forze e la politica ci ha abbandonati”. La crisi del comparto ovino-caprino attanaglia anche gli allevatori ogliastrini che pagano lo scotto di anni e anni di politiche sbagliate. Ed ora sono in molti a voler dire la loro. Dopo aver accolto le sollecitazioni di Coldiretti sono pronti a scendere in piazza. Destinazione, Cagliari. Obiettivo: ingrossare le fila della manifestazione  in programma il primo febbraio nel capoluogo isolano.

E come dar loro torto: in Ogliastra la situazione è drammatica, così come nel resto dell’Isola. E sono sempre più numerose le voci che si alzano contro  le promesse mai mantenute. Il braccio di ferro sul prezzo del latte tra pastori e imprenditori caseari, con un tentativo fallito di mediazione da parte della politica, prosegue. Ma nessuno spiraglio si intravede. Vincenzo Cannas responsabile locale dell’associazione di categoria non ha dubbi. “Non è vero che c’è una sovrapproduzione tale da giustificare l’ abbassamento del prezzo del latte imposto dagli industriali”. Anzi, per farla breve  l’arrivo in Ogliastra dei trasformatori del nord Sardegna  (” che da un anno battono a tappetto il territorio per approvvigionarsi di latte” ) sta a significare le cose non stanno così.

“E’ vero, invece, il contrario- incalza Cannas – e cioè che c’è stata flessione della produzione. L’amara realtà è che non si è capaci di governare il mercato”. Coldiretti dopo aver chiesto l’istituzione di comitato di crisi ha deciso di indire la manifestazione che si preannuncia molto partecipata.  Tra loro anche Stefano Arzu, allevatore di Talana che sta portando avanti tra non poche difficoltà, l’azienda di famiglia. Un piccolo gioiellino con mucche, capre e un allevamento di suini certificato che si deve confrontare con problematiche irrisolte.

“I problemi – sottolinea Arzu – sono di lunga data. Si è aspettato troppo a lungo, troppe anche le promesse mai mantenute da parte dei nostri politici. Quest’anno il latte di capra viene pagato molto meno rispetto agli anni passati, dai 70 centesimi di euro si è passati ai 50” lamenta Arzu che con quanto incassa non riesce neanche ripagare i costi delle mantenimento delle sue 400 capre allevate a Arduleu, a dieci chilometri da Lotzorai . “Da 16 anni porto avanti  l’ azienda di famiglia, ma il  latte non ci viene pagato, i premi sono in arretrato dal 2012 e la crisi ci sta mettendo sul lastrico. Ho due dipendenti ma se continua così non so come proprio andrà a finire” conclude sconsolato l’allevatore.

Non va meglio al latte di pecora. Dai  90, 80 centesimi si è scesi ai 60.  Mentre i trasformatori continuano ad avere incentivi. Anche Daniel Bertarelli, allevatore trentenne di Triei con  gregge di 250 pecore nelle vicinanze di Ardali, lamenta una situazione al limite dell’emergenza. Il giovane dal 2010 ha preso in mano le redini  dell’azienda del padre.  “Le problematiche- racconta-  sono innumerevoli. Gli agnelli, ad esempio, ci vengono pagati pochissimo. A peso vivo appena  2, 80 euro a chilo, senza contare che c’è stata l’invasione degli animali arrivati dalla Grecia. Ormai non riusciamo più a sostenere i costi e non ci bastano neanche i pochi spiccioli che ci danno, in ritardo, con i premi”.

E come se tutto ciò non bastasse in questi giorni ci si è messo pure il maltempo.  “A Talana, Villagrande e Arzana le forze dell’ordine, hanno bloccato i trattori: troppo pericoloso” fa saper Coldiretti . Tantissime aziende sono isolate e ci sono allevatori che non riescono da due giorni a raggiungere il proprio ovile.

 

 

Exit mobile version