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L’atleta jerzese Moreno Marchetti: «La mia esperienza ai giochi paralimpici di Orlando»

Moreno Marchetti

Moreno Marchetti

Moreno Marchetti

Moreno Marchetti, classe 1978 e originario di Jerzu, è un soldato ( Caporalmaggiore Capo Scelto, Bersagliere presso il Comando Militare Autonomo della Sardegna) e atleta diversamente abile, che recentemente si è fatto valere agli Invictus Games, i giochi internazionali paralimpici dedicati ai militari che hanno contratto disabilità permanenti in servizio o per causa di servizio, che quest’anno si sono svolti ad Orlando in Florida.  

Nel 2010 il soldato Marchetti si è improvvisamente ritrovato proiettato in un incubo: a seguito di un terribile incidente stradale,  ha subito un’amputazione transtibiale e ha perso entrambi i piedi e metà tibia. Ma non ha perso il coraggio che lo ha sempre contraddistinto e da subito si è rimesso in pista, dedicandosi con grande tenacia all’atletica leggera. E anche in Florida, i risultati sono arrivati. 

«Questa seconda edizione ad Orlando è stata spettacolare» racconta Marchetti «Per me che ero un veterano della prima edizione di Londra 2014 è stato un piacere immenso ed una grande emozione incontrare nuovamente gli altri partecipanti. L’aria che si respira agli Invictus è particolare, non solo per il fattore agonistico/sportivo ma sopratutto per il  legame che mi accomuna a tutti i partecipanti: siamo tutti soldati rappresentanti di varie nazioni. Per me essere stato convocato dal Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa  è stato un onore. Sono orgoglioso di aver rappresentato la mia nazione e la mia terra d’origine, la Sardegna».  

La nazionale italiana si è presentata ad Orlando con 17 atleti, che in molteplici discipline hanno portato a casa un totale di 11 medaglie (7 oro e 5 bronzo). Un bottino non da poco, considerato l’elevato livello agonistico dei partecipanti alla gara. 

Marchetti ad Orlando ha migliorato la precedente prestazione agli Invictus, qualificandosi bene e garantendosi l’accesso alla finale nel getto del peso. Quest’anno, infatti, non si è cimentato solo con l’atletica ma ha fatto parte anche della squadra di Wheelchair Rugby, di Indoor Rowing e di  Sitting Volley. 

«Sempre di più posso affermare di avere voglia di superare altri limiti, continuando a mettermi in gioco» conclude l’atleta ogliastrino «Bisogna ricordare che la disabilità non è la fine della vita, ma la base di partenza per una vita nuova. Anche questo per un soldato, atleta e disabile significa servire la Nazione. Non siamo ciò che la vita ci ha fatto, siamo quello che faremo della nostra vita».

 

 

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