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Campagna contro i vaccini. Il parere dello psicologo.

E’ in atto in diversi paesi e già da molti anni una campagna feroce contro i vaccini. Chi porta in alto la bandiera sono associazioni “Anti Big Pharma”, che contano tra le loro fila medici omeopati, talebani del biologico, fanatici dell’alternativo e in generale tutti gli oppositori alla “medicina ufficiale”.

Questa nutrita schiera di persone, che rientrano nella cosiddetta teoria del complotto, affermano che le case farmaceutiche, corrotte e in malafede, a braccetto con “la casta” dei politici conniventi, vaccinerebbero la popolazione consapevoli dei terribili effetti collaterali che i vaccini, secondo loro, provocherebbero, tra cui autismo, sclerosi multipla, e una lunga lista di malattie. Il guadagno delle case farmaceutiche starebbe in una maggiore vendita di farmaci per merito delle “vittime” provocate dei vaccini, che porterebbe in sostanza un maggiore costo sanitario. I toni usati sono abbastanza emblematici: “strage di innocenti, aprire gli occhi, assassini, ucciso dal vaccino” etc.

Con il dilagare dei social network è immediato imbattersi in pagine che fanno terrorismo psicologico su questo argomento, e il problema sta nel fatto che la minaccia di una malattia invalidante, non importa se vera o presunta, genera una psicosi generale che spinge molte mamme a guardarsi bene dal vaccinare i figli, condizionate da ciò che hanno letto.

Incuriosito, mi son preso la briga di andare alla ricerca delle prove che questi signori presentano come “prove scientifiche ignorate”. Non è stato facile, perché trovare la bibliografia valida, che vada al di là del libro autoreferenziale o dell’inchiesta sul web, è roba per intenditori. Fortunatamente la metodologia della ricerca mi è sempre piaciuta, perciò vi prego: seguitemi e capirete.

Esistono moltissime riviste definite “scientifiche”, ma attenzione: non sono tutte uguali. Le più importanti a livello internazionale come Science, Nature, The Lancet, sono anche le più attendibili, in quanto i criteri di selezione per pubblicare gli articoli sono molto rigidi. Ogni articolo inviato a queste riviste viene letteralmente dissezionato da capo a fondo da una commissione scientifica alla ricerca di errori bibliografici, concettuali e metodologici, e di conseguenza rigettato se non soddisfa interamente i criteri di ammissione. Un articolo con toni troppo tendenziosi viene rigettato per mancanza di neutralità, giusto per farvi capire; allo stesso modo chi non possiede dei titoli di specializzazione adeguati, non può pubblicare.

Ma osservando da vicino, scopriremo che meno la rivista è conosciuta, minori sono i controlli sugli articoli pubblicati. Di conseguenza passeranno articoli con evidenti limiti metodologici, nel campione, nel disegno sperimentale, nell’elaborazione statistica, che di conseguenza invaliderà il risultato finale. Vale a dire che i ricercatori trarranno delle conclusioni inattendibili.

Ma pubblicare un articolo ha lo scopo di esporre il proprio lavoro a ricercatori indipendenti che da altre parti del mondo replicheranno le ricerche pubblicando a loro volta i loro risultati. Solo l’analisi di tutte le ricerche pubblicate su un dato argomento determinerà con un certo grado di certezza se una affermazione è vera o falsa, se un trattamento è efficace o meno. Per venire incontro a questa esigenza esistono le meta-analisi (La Cochrane Library è il principale database che raccoglie tutte le systematic review), ossia analisi trasversali che prendono in considerazione tutti gli articoli, e li analizza confrontando a livello statistico il risultato.

Quindi di fatto non ha alcun senso citare un articolo e dare per assodato che le conclusioni siano vere, se non si considerano le altre 500 pubblicazioni sulla materia negli ultimi 20 anni.

Posso dire che nei principali motori di ricerca come Pubmed, Medline, Cochrane Library (quest’ultima particolarmente implacabile) la relazione tra vaccini e autismo/sclerosi multipla etc., è stata disconfermata da numerose ricerche, assai più numerose di quelle poche che vengono prese come “testimonianza scientifica”, che poi di fatto sono state ampiamente criticate in altre pubblicazioni, che però, guarda caso, vengono sistematicamente ignorate.

Sono andato alla ricerca di prove effettive di una relazione causa-effetto, e non solo non ho trovato la risposta, ma ho trovato prove sull’esatto contrario. Come si può evincere anche dalla lunghezza di questo articolo, parlare di ricerca scientifica non è una cosa semplice. E’ più semplice citare le ricerche che fanno comodo e costruirsi una verità autoreferenziale, ma in quel caso non siamo più nel campo della scienza, ma della fede.

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