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Il meccanismo di salvataggio degli istituti di credito in Sardegna

Con l’entrata in vigore del ‘bail-in’, in Sardegna c’è clima di allarme, alcuni dei nostri politici, chiedono maggiore trasparenza alle banche affinché il risparmiatore non corra rischi. Ma non è semplice districarsi, e questo avviene anche in un momento delicato per l’istituto di Credito che ha maggiormente rappresentato la Sardegna a partire dagli anni quaranta, quando fu aperto il primo sportello a Cagliari. Parliamo del Banco di Sardegna, che attualmente è sotto l’occhio del ciclone per via dei consistenti licenziamenti previsti a breve. Verranno chiusi tutti gli sportelli della Banca popolare di Sassari, che ha alle spalle 130 anni di storia, e l’attività passerà al Banco.

I sindacati stanno tentando di evitare il licenziamento di tutti gli esuberi, all’interno del Banco, ma la Banca Popolare dell’Emilia Romagna, dalla quale è stato acquistato insieme alla Popolare di Sassari, ha già un piano nazionale al riguardo, e sembra non intenda fare sconti all’isola.

Al disorientamento per le norme sul bail-in, si è aggiunge anche quello relativo ai terremoti che stanno avvenendo nel Banco, e il risparmiatore, che già arranca tra sconvolgimenti che provengono dalla Banca Centrale Europea, e quella italiana, vive nell’insicurezza e disorientamento. In Italia si discute del salvataggio di alcune banche, ma dal primo gennaio sono in vigore le nuove norme, che in sostanza mettono a rischio i risparmi di coloro che si affidano ad un Istituto di credito.

Nell’ambito dell’Unione sono parecchie le banche che hanno affrontato il dissesto finanziario dovuto alla congiuntura economica, e anche l’Italia, la cui economia si è rivelata fragile e instabile, ha avuto le sue ‘vittime’. Attualmente nel nostro paese sono almeno 15 gli Istituti di credito a rischio.  Già nel 2013 la Commissione Europea aveva approvato le nuove linee guida per gli stati coinvolti nel salvataggio delle banche in crisi. Fino ad allora ci si limitava all’intervento delle rispettive Banche centrali, attraverso manovre straordinarie che dirottavano verso questi istituti ingenti flussi di denaro pubblico.

In Sardegna si sente l’esigenza di un’informazione più adeguata, e si concorda sul fatto che debba essere la stessa banca ad informare il risparmiatore di eventuali rischi di default. La situazione economica nell’isola ha necessità di maggiore affidabilità, si vive in piena crisi delle certezze, in ogni settore, quello che sta accadendo in ambito internazionale, non ci pone al riparo dalle intemperie della crisi economica che ha attorto la Sardegna in questa spirale perversa.

La Commissione Europea già due anni fa, ha emanato nuove norme al riguardo, imponendo, per il salvataggio delle banche, anche il concorso degli azionisti e dei creditori. Questo tipo d’intervento è conosciuto ormai con un termine mutuato dalla lingua inglese ‘bail-in’, concetto piuttosto ostico per chi non ha a che fare per professione col mondo della finanza, banche, titoli e mercato finanziario. E infatti, attraverso un sondaggio portato avanti in autunno sull’argomento, in Italia solo una persona su dieci è risultata al corrente del significato del termine inglese bail-in.

Gli interventi di ‘aggiustamento’ della situazione finanziaria da parte delle Banche Centrali, è in continuo aggiornamento, si spera in un innalzamento degli indici relativi ai dati dell’inflazione, piuttosto piatta negli ultimi anni, la deflazione ha condizionato parecchie  scelte importanti in questo ambito. Per fortuna il sistema bancario italiano presenta anche panorami che tranquillizzano il risparmiatore, tante sono le banche solide in grado di garantire, anche secondo i resoconti del mercato finanziario, i risparmi dei correntisti e un buon investimento in titoli. La top-ten degli istituti di credito considerati più stabili nel nostro paese, non suscita molte sorprese, dato che si tratta di risultati consolidati nel tempo. Non è semplice districarsi in questa delicata materia, ma non potendo analizzare i bilanci e i ratios patrimoniali, ci si può tenere però aggiornati attraverso l’andamento del mercato finanziario.

Prima di affidare i propri risparmi sarebbe prudente comunque informarsi sulla stabilità della Banca alla quale s’intende affidarli.

Le migliori, dunque, secondo le ‘pagelle’ delle agenzie di rating (le più accreditate a livello mondiale sono Standard & Poor’s e Moody’s), in Italia sarebbero una decina, forse meno.

La migliore banca sarebbe la Finecobanck, il cui Cet 1 ratio supera il 20%. Seguono, sempre secondo questi parametri di affidabilità patrimoniale, Mediolanum, Banca Ifis, Banca Generali, quest’ultima fra le più stabili sul mercato. Tali Istituti sono i migliori in assoluto, fanno seguito Banca Intesa Sanpaolo, Ubi Banca, e qualche altra  il cui Cet 1 ratio si attesta poco sopra la media nazionale.

 

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