L’autismo non è una malattia, ma una sindrome perché da questa condizione non si guarisce. I sintomi non sono tutti uguali e variano in base alla gravità del disturbo. Le cause dell’autismo, ad oggi, sono purtroppo ancora sconosciute. Un importante contributo in questo senso viene dalle ricerche dell’Istituto superiore di Sanità, che si sono proposte l’obiettivo di scovare i primi campanelli d’allarme della patologia (rintracciabili sin dai primi mesi di vita) in modo da poter agire tempestivamente sulla salute del bambino. Gli studiosi sarebbero giunti alla conclusione che il primo segnale importante sarebbe proprio il pianto. Questo, solo all’apparenza uguale a quello dei bambini normali, avrebbe, in realtà, delle variazioni quasi impercettibili di ritmo e tono che lo rendono spia di autismo. Gli esperti hanno isolato un marcatore che ha permesso di individuare, dopo poche settimane di vita, i bambini a più alto rischio di sviluppare la sindrome dell’autismo. Adesso i ricercatori mirano a mettere a punto un test semplice per la diagnosi precoce dell’autismo (non oltre il terzo anno), in modo da poter intervenire tempestivamente con le terapie di correzione disponibili.