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Palermo – Cagliari: il gusto differente del calcio

Più che un incontro della 17.esima giornata di Serie A, Palermo – Cagliari, potrebbe essere un “Carasau e pecorino VS cannoli e cassate” tra le tavole imbandite di due culture spesso accostate per le loro similitudini.

Sarà il derby delle isole, saranno una contro l’altra, le due società che da anni primeggiano per gli allenatori “mangiati” dai rispettivi presidenti, sarà un inno all’attaccamento alle proprie terre e tradizioni, sarà una sfida-salvezza da gustare, sarà voglia di rivincita, sarà Iachini-Zola! Già, due personaggi così diversi eppure così simili per diversi aspetti…

Gianfranco Zola: carnagione scura e carattere deciso, forte ed elegante in campo proprio come il Cannonau di Oliena. Ex capitano, numero 10, appartenente ad una terra a cui ha sempre dimostrato amore infinito, pur vivendo l’apice della propria carriera calcistica lontano da casa. Colui che abbandonò la Premier League del Chelsea di Abramovich e possibili stipendi da capogiro per dar retta al cuore: chiudere la carriera col Cagliari, a casa. Trequartista, giocatore offensivo con un’innata dote tecnica da far invidia a chiunque. C’era il nome di Zola su quella maglia BLUE che indossava un sardo esultante allo Stamford Bridge, dopo che realizzava uno dei gol più belli di sempre nella storia del calcio. Stesso nome sulla casacca rosso-blu, quella indossata per strabiliare il pubblico del S.Elia con dribling, tiri (e gol) a giro, punizioni e colpi di testa all’ultimo minuto che portavano il Cagliari alla pari di squadroni ben più quotati dai media. Vedere Zola in campo presumeva tutt’altro che vedere un calcio più piatto del carasau! Era una dolce visione quando ubriacava gli avversari neanche stessero brindando con svariate bottiglie di mirto! Uno che veniva applaudito anche dai tifosi avversari quando usciva dal campo, una di quelle rare figure nel mondo del pallone di cui poter andare fieri, un esempio di professionalità e umanità sincera.

Dovrà tener testa a Giuseppe Iachini: un bruto del calcio! Non “brutto” nel senso estetico della parola (Zola probabilmente vincerebbe anche questa sfida oltre quella tecnica – n.d.r.), bensì un picchiatore, un mastino. Il classico mediano che fa legna in campo, di quella che useremo volentieri per arrostire ! Al contrario di Gianfranco, ci si ricorda del Iachini calciatore più per gli interventi decisi che per i gol decisivi. Non proprio la rappresentazione calcistica di cannoli e cassate ma piuttosto un modo aspro di interpretare gli incontri. E nella terra degli agrumi non poteva che essere cosa apprezzata! Anche lui allenatore della squadra dove giocò per 2 stagioni, ovviamente questa è una storia decisamente meno romantica di quella che vede protagonisti società e mister sardi, quindi altra similitudine e altrettanta differenza. L’ex mediano ha ovviamente impostato il suo Palermo secondo i propri gusti: una sola punta di ruolo, accompagnata da un trequartista. Il resto è fase difensiva, contenimento e legna alla Iachini.

Anche qui altra similitudine contrastante: un incontrista che gioca sulle ripartenze contro un fantasista che si affida all’estro del proprio tridente d’attacco. Ma pecorino e confettura si sa, da vita a sapori memorabili! E tra un antipasto, un primo e un secondo c’è sempre la possibilità di incrociare la portata amara…Un po’ come Mauricio Pinilla! Uno che giurò amore eterno sia ai rosanero che ai rossoblu e che invece dimostrò solo di essere uno dei tanti mercenari di passaggio, prima dalla Sicilia e poi dalla Sardegna, lasciando in entrambe le terre il ricordo di un piatto guasto.

Ad ogni modo il menù è presto che fatto, l’unico dubbio forse è la presenza dal primo minuto del peperoncino Sau, reintegrato in gruppo da qualche giorno. Ma domani ci siederemo alla tavola imbandita del Renzo Barbera di Palermo per gustarci quest’attesissimo incontro. Speriamo di vederne delle buone…Ehm, delle belle ! Pronti a brindare con un calice di rosso di Oliena, sotto le stelle del cielo palermitano !

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