Site icon www.vistanet.it

La Cassazione: sì alla lingua sarda nei processi

La corte ha ribadito per la sede processuale la tutela della minoranza linguistica.

“Il sardo è una minoranza linguistica, riconosciuta dalla legge, e come tale è lecito per l’imputato chiedere di essere interrogato o esaminato nella madrelingua”. Lo sancisce la Cassazione, dando così ragione all’indipendentista sardo Salvatore ‘Doddore’ Meloni il quale  rivendicava di essere stato processato in italiano e non nella sua lingua, “il dialetto sardo campidanese”. Stesso discorso per il relativo verbale: va scritto in sardo, “a pena di nullità” del procedimento.

La Suprema Corte, spiega però che “al fine di rivendicare il diritto all’applicazione delle disposizioni dettate a tutela delle minoranze linguistiche storiche, il richiedente” è tenuto a “fornire la prova delle formale inclusione del territorio in cui lo stesso risiede tra quelli espressamente individuati nei provvedimenti amministrativi provinciali o comunali”. Diversamente il processo va avanti in italiano. Insomma va fornita una prova “formale” della appartenenza al territorio tutelato, cosa che Meloni non fece. Per cui la Cassazione ha bocciato la sua richiesta. Tra le lingue meritevoli di tutela davanti ai giudici ci sono anche il “friulano, il ladino e l’occitano”.

 

Exit mobile version